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130 discorso


opinion d’Aristotile, i medesimi corpuscoli calidi con maggior forza e velocità sormontano per l’aria che per l’acqua. E se questa è, sì come io credo, l’instanza d’Aristotile, parmi d’aver cagione di dubitar ch’e’ possa essersi ingannato in più d’un conto.

Prima: perché que’ calidi, o sieno corpuscoli ignei, o sieno esalazioni, o in somma sieno qualunque materia che anche in aria ascenda in su, non è credibile che più velocemente salgano per l’aria che per l’acqua; anzi, all’incontro, per avventura, più impetuosamente si muovono per l’acqua che per l’aria, come in parte di sopra ho dimostrato. E qui non so scorger la cagione, per la quale Aristotile, vedendo che ’l moto all’in giù, dello stesso mobile, è più veloce nell’aria che nell’acqua, non ci abbia fatti cauti che del moto contrario dee accader l’opposito di necessità, cioè ch’e’ sia più veloce nell’acqua che nell’aria: perché, avvenga che ’l mobile, che discende, più velocemente si muove per l’aria che per l’acqua, se noi c’immagineremo che la sua gravità si vada gradatamente diminuendo, egli prima diverrà tale che, scendendo velocemente nell’aria, tardissimamente scenderà nell’acqua; di poi potrà esser tale che, scendendo pure ancora per l’aria, ascenda nell’acqua; e fatto ancora men grave, ascenderà velocemente per l’acqua, e pur discenderà ancora per l’aria; e in somma, avanti ch’ei cominci a potere ascender, benché tardissimamente, per l’aria, velocissimamente sormonterà per l’acqua. Come dunque è vero, che quel che si muove all’in su, più velocemente si muova per l’aria che per l’acqua? Quel ch’ha fatto credere ad Aristotile, il moto in su farsi più velocemente in aria che in acqua, è stato, prima, l’aver riferite le cause del tardo e del veloce, tanto del moto in su quanto dello in giù, solamente alla diversità delle figure del mobile e alla maggiore o minor resistenza della maggior o minor crassizie o sottilità del mezzo, non curando la comparazion degli eccessi delle gravità de’ mobili e de’ mezzi: la qual tuttavia è ’l punto principalissimo in questa materia. Che se l’incremento e ’l decremento della tardità o velocità non avessero altro rispetto che alla grossezza o sottilità de’ mezzi, ogni mobile, che scendesse per l’aria, scenderebbe anche per l’acqua: perché qualunque differenza si ritrovi tra la crassizie dell’acqua e quella dell’aria, può benissimo ritrovarsi tra la velocità dello stesso mobile nell’aria e qualche altra velocità; e questa dovrebbe esser sua propria nell’acqua: il che tuttavia è falsissimo. L’altra occasione è, che egli ha