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di accademico incognito. 155


essendo qualità repugnanti alla semplice natura degli orbi celesti[8].


[pag. 66, lin. 12-13]: posto in fondo dell’acqua, subito ritornarsene a galla) Questo modo di argumentare, dallo ascendimento delle cose poste nel fondo dell’acqua al descendimento della superficie al fondo, del quale l’Autore molto si vale e dove principalmente si fonda, riesce più fallace che saldo, troppo variando le circonstanze, come diremo più di sotto[9]. In tanto, per fare una scoperta piacevole a tutto il formato discorso, e da lontano penetrare infin al fondo, piantaremo qui nella prima fronte una considerazione generale, la quale ci servirà parimente per un forte e rilevante bastione centra ogni nemico assalimento.


sata, deve acquistar gravità maggiore. Quanto alle pietre perspicue1 e gravi, ciò non fa a proposito, perchè una materia può esser perspicuissima e densissima, come il diamante; e credo che l’Accademico equivochi, stimando il perspicuo per l’istesso che il raro. Finalmente, mentre noi stiamo dubbi ed altercanti della densità del diaccio e dell’aqqua, che tutto ’l giorno l’aviamo in mano, il produrci l’attestazione delle stelle e del cielo ambiente, come che le condizioni loro ci siano più cognite, non mostra nell’Accademico tutta la perfezion di logica, la quale non approva, anzi danna, il provare ignotum per ignotius.

[8] l’argomento, dunque, non vale ne i corpi inferiori, a i quali le dette qualità non son repugnanti.

[9] No, Sig. Accademico: hic Rhodos, hic saltus; tempo di rispondere è qui, e non più di sotto. Gli avversarii dicon qui che una falda di diaccio, benché più grave dell’aqqua, galleggia rispetto alla figura larga; e l’Autore instando dice: Se ciò fosse vero, molto più dovrebbe, posto che e’ fosse nel fondo, restarvi; perchè se ’l solo impedimento della figura lo trattien di sopra, contro alla sua naturale inclinazione di sommergersi, come aqqua ingravita per la condensazione, come non rest’egli in fondo, dove amendue le cause, dico la gravità e la figura, conspirano al ritenervelo? In questo luogo non si tratta altro che questo punto, e qui bisogna scoprir le fallacie dell’Autore e le variazioni delle circostanze, e non tanto di sotto che poi non si ritrovino più.

        15. altercanti che della — 25. diaccio galleggia benchè
  1. «perspicue», in luogo di «lacide» che è testo dell’Incognito, si legge negli estratti delle Considerazioni, a quali Galileo appose la presente postilla.