Pagina:Le opere di Galileo Galilei IV.djvu/183

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di accademico incognito. 179


forme e consimile in tutti i mobili, posciachè ogni variazione di velocità tardità di moto non altronde nasce che dalla resistenza del mezzo[72]: il che è contra Democrito ed altri, li quali pensorno, gli atomi nel vòto non muoversi con eguale velocità, e da maggior virtù e da mobile più grave più velocemente trapassarsi quello spazio.
3. Diciamo che ogni cosa quanta senza dubbio è divisibile; e diciamo ancora, esser proprietà dell’umido, se altro non impedisce, di esser facilmente terminabile ad ogni forma e figura esteriore, come particolarmente sono l’aria e l’acqua, nelli quali due elementi fu necessaria la facile mobilità e divisibilità per beneioficio dell’universo. Ma è da considerare altro essere il divisibile assoluto e in potenzia ed in atto primo, altro in atto secondo, come dicemmo di sopra della gravità e l’Autore è forzato di confessare. Nel primo modo il divisibile varia l’attitudine solo per la variazione della forma e della qualità propia: ma nel secondo modo può ancor variarsi dalla condizione del dividente verso la condizione del divisibile; e perciò possono da molte cose rendersi diverse la velocità e la tardità del moto, nel quale si fa la divisione del mezzo, come sarebbe la similitudine o dissimilitudine del mezzo co’l mobile, la figura e la forza dello stesso mobile, e la densità rarità durezza unione e mole dello stesso mezzo. 1. Perciochè, o la densità impedisce la divisione e la rarità la facilita, o no: se no, adunque una cosa densissima e dura[73] si dividerà così facilmente come una rara e molle; il che è contra l’esperienza. 2. Appresso, o l’acqua ha naturale inclinazione e attitudine ad unirsi e allo star unita, o ad esser divisa: se a star unita, come hanno tutte le cose per la conformità delle parti e per la propria conservazione del tutto, adunque per natura propia averà repugnanza all’esser divisa[74]. 3. Di più, se la


[71] e chi non sa che, se si movesse, si moverebbe con successione, non si facendo moto in istante?

adunque l’argumentare di Aristotile, nel 4 della Fisica, contro al vacuo, depende da premesse false nella dottrina peripatetica; concludendovisi che il vacuo non si dà, perchè il moto vi si farebbe in istante, che è impossibile.

[72] ciò è falso, perchè il moto si accelera nell’istesso mezo.

[73] il denso e ’l raro si dividono con la medesima facilità, ma non con la medesima velocità. Ma il duro non ha che fare in questo negozio; e non sendo stato nominato nelle premesse, vien contro alla buona logica introdotto nella conclusione.

[74] ma l’esperienza mostra il contrario; ed Aristotile deride quelli che lasciano l’esperienze sensate, per seguire un discorso che può esser fallacissimo.