Pagina:Le opere di Galileo Galilei IV.djvu/246

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242 operetta intorno al galleggiare ecc.

peva più di lui, fa la gravità una spezie e la leggerezza un’altra; e niente di meno non direbbe che tutte le cose gravi fossero della medesima materia, e pur sono della medesima spezie; adunque altro è spezie ed altro materia: perchè, o pongasi la gravità nel predicamento della qualità o della relazione o del dove o della quantità, inquanto la gravità segue la moltitudine della materia, sempre sarà una nella spezie, se bene fosse participata da diverse materie gravi, secondo i più o meno gradi.

Commette di nuovo due altri errori il Mazzoni, non di poco momento: il primo, negando l’esperienza che in una medesima materia si muova il tutto più presto della parte. Nella quale s’ingannò, perchè ne fece forse l’esperienza dalla sua finestra, la quale perchè fu bassa, da essa tutte le materie gravi andarono forse ugualmente a basso; ma noi l’abbiamo fatta di cima al campanile del Duomo di Pisa, esperimentando vero il detto d’Aristotile, che ’l tutto della medesima materia in figura proporzionata alla parte discendeva più velocemente di essa: luogo veramente a proposito fu, poi che il vento, mediante l’impulsione, potrebbe variare l’effetto, nel qual luogo non sarebbe mai tal pericolo. E così viene avverato il detto d’Aristotile nel primo del Cielo, che ’l corpo maggiore si muove più velocemente del minore della medesima materia, e nel medesimo modo che cresce la gravità, cresce ancora la velocità: e questo testo faceva molto più per loro, che quegli che hanno citati di sopra. Ma l’error del Mazzoni è stato che ha paragonato solamente il mezzo col mobile secondo la grandezza della materia, e non secondo le forze sue; e però la sua proporzione non è a proposito. Si dee, adunque, distinguere l’eccesso in due modi: o secondo la quantità, secondo la qualità. Siano, V. g., due sassi, un maggiore e un minore; sia secondo la quantità il maggiore doppio del minore, ma di qualità sia tre volte più: ora, quanto alla quantità procede bene la proporzione del Mazzoni, ma quanto alla qualità non ò vera. Perchè, avendo il maggiore più forze, supererà per conseguenza il minore in proporzione, rispetto al mezzo disuguale; ma non si dee pigliare la quantità senza la qualità: perchè, se bene l’aria contrasta secondo l’occupamento della figura, si muoverà niente di meno, per le forze maggiori o minori contenute in essa, uno più velocemente dell’altro. Onde si vede che, pigliando ferro e sasso della medesima figura, si muoverà più presto il ferro che ’l sasso: perchè nel ferro la virtù della gravità è maggior di quella del sasso e, per conseguenza, egli per l’eccesso delle forze supererà più le parti resistenti dell’aria, che non farà il sasso le sue; le quali parti erano tra di loro uguali. Piglisi di poi un sasso il quale pesi dieci libbre, e ferro che ne pesi cinque; discenderà indubitatamente più presto il ferro del sasso: perchè, se bene il sasso aveva maggior gravità, per necessità aveva ancora molto maggiore la figura, e così, in proporzione al mezzo, le forze del ferro erano maggiori di quelle del sasso; onde, se bene nel sasso era maggior gravità, ritrovava niente di meno, per maggior estensione della figura, maggior contrasto nel mezzo.