Pagina:Le opere di Galileo Galilei IX.djvu/45

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i giganti non fan con le sue braccia:

Pensa oramai quant’esser dee quel tutto,
Ch’a così fatta parte si confaccia.

Sendo dunque nostro scopo investigar la grandezza delle giacce, e sapendo che Lucifero uscia fuori della minore (ché di quella si parla nel luogo citato) da mezzo ’l petto in su, e sapendo in oltre che il medesimo Lucifero ha l’ombelico nel centro del mondo, come dall’istesso Poeta nel medesimo canto si trae, dove dice:

Quando noi fummo là dove la coscia
Si volge a punto sul grosso dell’anche,
Lo Duca con fatica e con angoscia
Volse la testa ov’egli avea le zanche,
Ed aggrappossi al pel com’uom che sale,
Sì ch’in Inferno io credea tornar anche;

se dunque saperemo quanta sia la grandezza di Lucifero, aremo la distanza ancora che è dall’ombelico al mezzo del petto, e per consequenza il semidiametro della minore sferetta. Ma quanto alla grandezza di Lucifero, aviamo ne i citati versi esser tale, che maggior convenienza ha Dante con un gigante, che un gigante non ha con un braccio di Lucifero: se dunque noi saperemo la grandezza di Dante e quella d’un gigante, potremo da queste investigar la grandezza di Lucifero. Ma di Dante aviamo, da quelli che scrivono la vita di esso, essere stato di commune statura, la quale è 3 braccia: restaci dunque solamente da investigare la grandezza di un gigante; e così aviamo risoluto la nostra proposta, che era di trovare la grandezza delle giacce, a dover solamente investigare la grandezza d’un gigante, onde poi, con ordine compositivo, potremo conseguire il nostro intento: però che, essendoci data la grandezza d’un gigante, sarà nota la proporzione che ha ad esso un uomo, e però la proporzione che ha un gigante ad un braccio di Lucifero; ma è nota la proporzione che ha un braccio a tutto ’l corpo, onde la grandezza di Lucifero ci sarà manifesta; ed auta questa, aremo la distanza dal mezzo del petto all’ombelico, e per consequenza il semidiametro della minore sfera, e finalmente essa sfera, con la quale