Pagina:Le opere di Galileo Galilei V.djvu/108

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108 istoria e dimostrazioni


Da queste osservazioni e da altre fatte, e da quelle che potranno di giorno in giorno farsi, manifestamente si raccoglie, ninna materia esser tra le nostre, che imiti più gli accidenti di tali macchie, che le nugole: e le ragioni che Apelle adduce per mostrar che le non possin esser tali, mi paiono di pochissima efficacia. Perchè al dir egli: «Chi porrebbe mai nubi intorno al Sole?», risponderei: «Quello che vedesse tali macchie, e che volesse dir qualche verisimile della loro essenza; perchè non troverà cosa alcuna da noi conosciuta che più le rassimigli». All’interrogazione ch’ei fa, quant’esse fussero grandi, direi: «Quali noi le veggiamo essere in comparazione del Sole; io grandi quanto quelle che talvolta occupano una gran provincia della Terra»; e se tanto non bastasse, direi due, tre, quattro e dieci volte tanto. E finalmente, al terzo impossibile ch’ei produce, come esse potessero far tant’ombra, risponderei, la lor negrezza esser minore di quella che ci rappresenterebbono le nostre nugole più dense, quando tra l’occhio nostro ed il Sole fossero interposte: il che si potrà osservare benissimo, quando tal volta una delle più oscure nugole ricuopre una parte del Sole, e che nella parte scoperta vi sia alcuna delle macchie, perchè si scorgerà tra la negrezza di questa e di quella non piccola differenza, ancor che l’estremità della nugola, che traversa il Sole, non possa esser di gran profondità; perlochè possiamo arguire che una crassissima nugola potrebbe far una negrezza molto maggiore di quella delle più scure macchie. Ma quando pur ciò non fosse, chi ci vieterebbe il credere e dire, alcuna delle nubi solari esser più densa e profonda delle terrene?

Io non per questo affermo, tali macchie esser nugole della medesima sustanza delle nostre, costituite da vapori aquei sollevati dalla Terra ed attratti dal Sole; ma solo dico che noi non aviamo cognizione di cosa alcuna che più le rassimigli: siano poi o vapori, esalazioni, o nugole, o fumi prodotti dal corpo solare, o da quello attratti da altre bande, questo a me è incerto, potendo esser mille altre cose impercettibili da noi. [Il nome di stelle non conviene alle macchie.]

Dalle cose dette si può raccòrre, come a queste macchie mal convenga il nome di stelle: poi che le stelle, o siano fisse o siano erranti,

7-8. della sua essenza, A, B, s; in A sua è corretto, di mano di Galileo, in loro. — 8. da noi conosciuta manca in B e nella stampa; è aggiunto in margine, di mano di Galileo, in A. — 19-20. di quella differenza non piccola (picciola, s). A, B, s; in A Galileo corresse non piccola differenza. — 27. constituite, B, s — 29. più li rassomigli, s —