Pagina:Le opere di Galileo Galilei V.djvu/341

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a madama cristina di lorena. 337

nenti all’edificazione della dottrina cristiana: e così parla il Concilio Tridentino alla Sessione IV. Ma la mobilità o stabilità della Terra o del [Concilio Tridentino, sess. 4.] Sole non son de Fide nè contro a i costumi, nè vi è chi voglia scontorcere luoghi della Scrittura per contrariare a Santa Chiesa o a i Padri: anzi chi ha scritta questa dottrina non si è mai servito di luoghi sacri, acciò resti sempre nell’autorità di gravi e sapienti teologi l’interpetrar detti luoghi conforme al vero sentimento. E quanto i decreti de’ Concilii si conformino co’ Santi Padri in questi particolari, può esser assai manifesto: poi che tantum abest che si risolvine a ricever per de Fide simili conclusioni naturali o a reprovar come erronee le contrarie opinioni, che, più presto avendo riguardo alla primaria intenzione di Santa Chiesa, reputano inutile l’occuparsi in cercar di venir in certezza di quelle. Senta l’A. V. S. quello che risponde S. Agostino a quei fratelli che muovono la quistione, se sia vero che il cielo si muova o pure stia fermo: His respondeo, multum subtilibus[In Genesim ad literam, lib. 2, c. 10.] et laboriosis rationibus ista perquiri, ut vere percipiatur utrum ita an non ita sit: quibus ineundis atque tractandis nec mihi iam tempus est, nec illis esse debet quos ad salutem suam et Sanctae Ecclesiae necessariam utilitatem cupimus informari.

Ma quando pure anco nelle proposizioni naturali, da luoghi della Scrittura esposti concordemente nel medesimo senso da tutti i Padri si avesse a prendere la resoluzione di condennarle o ammetterle, non però veggo che questa regola avesse luogo nel nostro caso, avvenga che sopra i medesimi luoghi si leggono de’ Padri diverse esposizioni: dicendo Dionisio Areopagita, che non il Sole, ma il primo mobile, si fermò; l’istesso stima S. Agostino, ciò è che si fermassero tutti i corpi celesti; dell’istessa opinione è l’Abulense. Ma più, tra gli autori Ebrei, a i quali applaude Ioseffo, alcuni hanno stimato che veramente il Sole non si fermasse, ma che così apparve mediante la brevità del tempo nel quale gl’Isdraeliti dettero la sconfitta a’ nemici. Così del miracolo al tempo d’Ezechia, Paulo Burgense stima non essere stato fatto nel Sole, ma nell’orivuolo. Ma che in effetto sia ne-

2. mobilità e stabilità — 3. contro i costumi — 4-5. a i Santi Padri — 5-6. servito de i luoghi — 13. In luogo di l’A. V. S. nel cod. V si legge la P. V. — 24-25. 'diverse opinioni: dicendo — 30. Israeliti

2. Tridentino, Sessione, s — 9. poi che tanto ne manca che, s — 13. Senta di nuovo l’Altezza Vostra quello, s — 15-16. multum susubtiliter et, G, s — 30. Israeliti, s