Pagina:Le opere di Galileo Galilei V.djvu/361

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circa l'opinione copernicana 357

posizioni, delle quali una necessariamente è falsa e l’altra vera, si abbia da affermare che la falsa meglio risponda a gli effetti in natura, veramente passa la mia imaginazione. Aggiungo e replico: Se ’l Copernico confessa d’aver pienamente satisfatto a gli astronomi con la commune e ricevuta per vera ipotesi, come si ha da dire che egli volesse o potesse con una falsa e stolta satisfare di nuovo a’ medesimi astronomi?

Ma passo a considerare internamente la natura del negozio, e a mostrare con quanta attenzione si deva discorrere circa di esso.

Due sorte di supposizioni hanno sin qui fatto gli astronomi: alcune sono prime e riguardanti all’assoluta verità in natura; altre sono seconde, le quali sono state imaginate per render ragione dell’apparenze ne i movimenti delle stelle, le quali apparenze mostrano in certo modo non concordare con le prime e vere supposizioni. Come, per essempio, Tolomeo, prima che applicarsi al satisfare all’apparenze, suppone, non come puro astronomo, ma come purissimo filosofo, anzi dalli stessi filosofi piglia, che i movimenti celesti sieno tutti circolari e regolari, cioè equabili; che il cielo sia di figura sferica; che la Terra sia nel centro della sfera celeste, sia essa ancora sferica ed immobile, etc.: voltandosi poi all’inegualità che noi scorgiamo ne i movimenti e nelle lontananze de i pianeti, le quali pare che repugnino alle prime e stabilite supposizioni naturali, passa ad un’altra sorte di supposizioni, che ha per mira di ritrovar le ragioni, come, senza mutar le prime, possa esser l’evidente e sensata inequalità ne i movimenti delle stelle e nel loro appressamento e discostamento dalla Terra; per il che fare introduce alcuni movimenti pur circolari, ma sopra ad altri centri che quello della Terra, descrivendo cerchi eccentrici ed epicicli: e questa seconda supposizione è quella della quale alcuno potrebbe dire che l’astronomo suppone per satisfare a i suoi computi, senza obligarsi a sostenere che ella sia re vera in natura.

Veggiamo adesso tra quali spezie di ipotesi riponga il Copernico la mobilità della Terra e stabilità del Sole: che non ha dubbio alcuno che, se noi ben considereremo, egli la ripone tra le posizioni prime e necessarie in natura; poi che, per quanto apparisce, agli astronomi egli aveva dato, come già ho detto, satisfazione per l’altra strada, e solo si applica poi a questa per satisfare al problema massimo

10. Due sorte di opposizioni hanno — 18. cioè aequabile; che