Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/169

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giornata seconda 161


Simp. Non altramente.

Salv. E perchè no?

Simp. Perchè quella navigazione è ristretta e terminata tra le Colonne e ’l lito di Palestina, ed essendo la distanza terminata, si passa in tempo finito: se già altri non volesse, col ritornare in dietro con movimento contrario, tornar poi a replicar il medesimo viaggio; ma questo sarebbe un moto interrotto, e non continuato.

Salv. Verissima risposta. Ma la navigazione dallo stretto di Magaglianes per il mar Pacifico, per le Molucche, per il capo di Buona Speranza, e di lì per il medesimo stretto e di nuovo per il mar Pacifico etc., credete voi ch’ella si potesse perpetuare?

Simp. Potrebbesi, perchè essendo questa una circolazione, che ritorna in se stessa, col replicarla infinite volte si potrebbe perpetuare senza veruno interrompimento.

Salv. Adunque una nave in questo viaggio potrebbe durare a navigare in eterno.

Simp. Potrebbe, quando la nave fusse incorruttibile, ma dissolvendosi la nave, si terminerebbe di necessità la navigazione.

Salv. Ma nel Mediterraneo, quando anco la nave fusse incorruttibile, non però potrebbe muoversi perpetuamente verso Palestina, per esser tal viaggio terminato. [Due cose si ricercano acciò il moto possa perpetuarsi: lo spazio interminato, e 'l mobile incorruttibile.]Due cose adunque si ricercano, acciò che un mobile senza intermissione possa muoversi eternamente: l’una è che il moto possa di sua natura essere interminato e infinito; e l’altra, che il mobile sia parimente incorruttibile ed eterno.

Simp. Tutto questo è necessario.

Salv. [esser Moto retto non può essere eterno, e però non può esser naturale alla Terra.]Adunque già per voi stesso venite ad aver confessato, esser impossibile che mobile alcuno si muova eternamente di moto retto, essendo che il moto retto, o vogliatelo in su o vogliatelo in giù, voi stesso lo fate terminato dalla circonferenza e dal centro: sì che quando bene il mobile, cioè la Terra, sia eterna, tuttavia, per non essere il moto retto di sua natura eterno, ma terminatissimo, non può naturalmente competere alla Terra, anzi, come pure ieri si disse, Aristotile medesimo è costretto a far il globo della Terra eternamente stabile. Quando poi voi dite che le parti della Terra sempre si moveranno all’ingiù rimossi gli impedimenti, equivocate gagliardamente, perchè all’incontro bisogna impedirle, contrariarle e violentarle, se voi volete ch’elle si muovano; perchè, cadute ch’elle sono una volta,