Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/227

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giornata seconda 219

co ’l proiciente, e se da questo moto circolare deve passar al moto retto, qual dovrà esser questa linea retta?

Simp. Non potrà esser se non quella che tocca il cerchio nel punto della separazione, perchè tutte l’altre mi par che, prolungate, segherebbono la circonferenza, e però conterrebber con essa qualche angolo.

Salv. Voi benissimo avete discorso, e vi sete dimostrato mezo geometra. Ritenete dunque in memoria che il vostro concetto reale si spiega con queste parole: cioè che il proietto acquista impeto di muoversi per la tangente l’arco1 descritto dal moto del proiciente nel punto della separazione di esso proietto dal proiciente.

Simp. Intendo benissimo, e quest’è quel ch’io volevo dire.

Salv. D’una linea retta che tocchi un cerchio, quale de’ suoi punti è il più vicino di tutti al centro di quel cerchio?

Simp. Quel del contatto senza dubbio; perchè quello è nella circonferenza del cerchio, e gli altri fuora, ed i punti della circonferenza son tutti egualmente lontani dal centro.

Salv. Adunque un mobile partendosi dal contatto e movendosi per la retta tangente, si va continuamente discostando dal contatto ed anco dal centro del cerchio.

Simp. Così è sicuramente.

Salv. Or, se voi avete tenuto a mente le proposizioni che mi avete dette, ricongiugnetele insieme e ditemi ciò che se ne raccoglie.

Simp. Io non credo però d’esser tanto smemorato, ch’io non me n’abbia a ricordare. [proietto si muove per la tangente il cerchio dei moto precedente nel punto della separazione.]Dalle cose dette si raccoglie che il proietto, mosso velocemente in giro dal proiciente, nel separarsi da quello ritiene impeto di continuare il suo moto per la linea retta che tocca il cerchio descritto dal moto del proiciente nel punto della separazione; per il qual moto il proietto si va sempre discostando dal centro del cerchio descritto dal moto del proiciente.

Salv. Voi dunque sin ora sapete la ragione del venir estrusi i gravi aderenti alla superficie d’una ruota mossa velocemente; estrusi, dico, e lanciati oltre alla circonferenza, sempre più lontani dal centro.

Simp. Di questo mi par di restar assai ben capace; ma questa

  1. Nell’esemplare dell’edizione originale posseduto dalla Biblioteca del Seminario di Padova l’arco è corretto a penna in dell’arco; ma questa correzione non è di mano di Galileo. Cfr. nella postilla marginale a lin. 24 della presente pag. 219, per la tangente il cerchio, e a pag. 220, lin. 9, per la retta tangente il cerchio.