Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/252

Da Wikisource.
244 dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.

ritenere a sé la pietra, e non essendo il freno e ’l glutine più gagliardo di quello che manteneva l’altra pietra unita con la maggior ruota, si strappa la cavezza, e si corre per la tangente. Per tanto io non solamente resto capace dell’aver tutti quelli errato, che hanno creduto crescersi la cagione della proiezione secondo che si accresce la velocità della vertigine; ma di più vo considerando, che scemandosi la proiezione nell’accrescersi la ruota, tuttavoltachè si mantenga la medesima velocità in esse ruote, forse potrebbe esser vero che a voler che la gran ruota scagliasse come la piccola, bisognasse crescerle tanto di velocità, quanto se le cresce di diametro, che sarebbe quando le intere conversioni si finissero in tempi eguali, e così si potrebbe stimare che la vertigine della Terra non più fusse bastante a scagliare le pietre, che qualsivoglia altra piccola ruota che tanto lentamente si girasse, che in ventiquattr’ore desse una sola rivolta.

Salv. Non voglio per ora che noi cerchiamo tant’oltre; basta che assai abbondantemente abbiamo (s’io non m’inganno) mostrato l’inefficacia dell’argumento, che nel primo aspetto pareva concludentissimo, e tale era stato stimato da grandissimi uomini: ed assai bene speso mi parrà il tempo e le parole, se anco nel concetto del signor Simplicio averò guadagnato qualche credenza, non dirò della mobilità della Terra, ma almanco del non esser l’opinion di coloro che la credono, tanto ridicola e stolta, quanto le squadre de’ filosofi comuni la tengono.

Simp. Le soluzioni addotte sin qui all’instanze fatte contro a questa diurna revoluzion della Terra, prese da i gravi cadenti dalla sommità d’una torre, e da i proietti a perpendicolo in su o secondo qualsivoglia inclinazione lateralmente, verso oriente, occidente, mezzogiorno o settentrione etc., mi hanno in qualche parte scemata l’antiquata incredulità concepita contro a tale opinione: ma altre maggiori difficultà mi si aggirano adesso per la fantasia, dalle quali io assolutamente non mi saprei mai sviluppare, nè forse credo che voi medesimi ve ne potrete disciorre; e può anco essere che venute non vi sieno all’orecchie, perchè sono assai moderne. [Altre opposizioni ai due autori moderni contro al Copernico.]E queste sono le opposizioni di due autori che ex professo scrivono contro al Copernico: le prime si leggono in un libretto di conclusioni naturali; le altre sono d’un gran filosofo e matematico insieme, inserte in un trattato