Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/253

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giornata seconda 245

che egli fa in grazia d’Aristotile e della sua opinione intorno all’inalterabilità del cielo, dove ei prova che non pur le comete, ma anco le stelle nuove, cioè quella del settantadua in Cassiopea e quella del seicentoquattro nel Sagittario, non erano altrimenti sopra le sfere de i pianeti, ma assolutamente sotto il concavo della Luna nella sfera elementare; e ciò dimostra egli contro a Ticone, Keplero e molti altri osservatori astronomi, e gli abbatte con le loro armi medesime, cioè per via delle parallassi. Io, se vi è in piacere, produrrò le ragioni dell’uno e dell’altro, perchè le ho lette più d’una volta con attenzione; e voi potrete esaminar la lor forza e dirne il vostro parere.

Salv. Essendochè il nostro principal fine è di produrre e ponderar tutto quello che è stato addotto in pro e contro a i due sistemi Tolemaico e Copernicano, non è bene passar cosa alcuna delle scritte in cotal materia.

Simp. Comincerò dunque dall’instanze contenute nel libretto delle conclusioni, e poi verrò all’altre. [Prima opposizione dei libretto dell'autor moderno delle conclusioni.]Primieramente, dunque, l’autore con grand’acutezza va calcolando quante miglia per ora fa un punto della superficie terrestre posto sotto l’equinoziale, e quante si fanno da altri punti posti in altri paralleli; e non contento di investigar tali movimenti in tempi orarii, gli trova anco in un minuto d’ora, nè contento del minuto, lo ritrova sino a uno scrupolo secondo; ma più, e’ va insino a mostrar apertissimamente quante miglia farebbe in tali tempi una palla d’artiglieria, posta nel concavo dell’orbe lunare, suppostolo anco tanto grande quanto l’istesso Copernico se lo figura, per levar tutti i sutterfugii all’avversario: e fatta quest’ingegnosissima ed esquisitissima supputazione, [una palla d'artiglieria consumerebbe più di sei giorni nel cader dal concavo della Luna sino al centro della Terra, secondo l'opinione dell'0autoir moderno delle conclusioni.]dimostra che un grave cadente di lassù consumerebbe assai più di sei giorni per arrivar sino al centro della Terra, dove naturalmente tendono tutte le cose gravi. Ora, quando dall’assoluta potenza divina o da qualche angelo fusse miracolosamente trasferita lassù una grossissima palla di artiglieria, e posta nel nostro punto verticale e di lì lasciata in sua libertà, è ben, per suo e mio parere, incredibilissima cosa che ella nel descendere a basso si andasse sempre mantenendo nella nostra linea verticale, continuando di girare con la Terra intorno al suo centro per tanti giorni, descrivendo sotto l’equinoziale una linea spirale nel piano di esso cerchio massimo, e sotto altri paralleli linee spirali intorno