Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/351

Da Wikisource.

giornata terza. 343

sopra e sotto il polo, onde non si può ritrar cosa veruna. Or vedete come tutte le osservazioni di tutti convengono, in disfavor dell’autore, in collocar la stella nelle regioni celesti e altissime  1.

Sagr. Ma che difesa trov’egli contro a sì patenti contrarietà?

Salv. Uno di quei debolissimi fili: dicendo che le parallassi vengono diminuite mercè delle refrazioni, le quali, operando contrariamente, sublimano  2 il fenomeno, dove le parallassi l’abbassano. Ora, quanto vaglia questo miserabil refugio, giudicatelo da questo, che quando quest’effetto delle refrazioni fusse di quella efficacia che da non molto tempo in qua alcuni astronomi hanno introdotto, al più che potesse operar circa l’elevar più del vero un fenomeno sopra l’orizonte, mentre egli sia di già alto 23 o 24 gradi, sarebbe il diminuirgli circa 3 minuti di parallasse; il qual temperamento è scarsissimo per ritrar la stella  3 sotto la Luna, ed in alcuni casi è minore che non è il vantaggio conceduto da noi nell’ammetter che l’eccesso della distanza inferior dal polo sopra la superiore sia tutto parallasse, il qual vantaggio è cosa assai più chiara e palpabile che l’effetto della refrazione, della grandezza del quale io dubito, e non senza ragione  4. Ma più, io domando quest’autore s’ei crede che quelli astronomi, delle osservazioni de i quali egli si serve, avessero cognizione di questi effetti delle refrazioni e vi facessero sopra considerazione, o no: se gli conobbero e considerarono, è ragionevol credere che di essi tenesser conto nell’assegnare le vere elevazioni della stella, facendo a quei gradi di altezze, che sopra gli strumenti si scorgevano, quelle tare che erano convenienti mercé dell’alterazioni delle refrazioni, immodo che le distanze pronunziate da loro fussero poi le corrette e giuste, e non le apparenti e false; ma s’ei crede che tali autori non facessero reflessione sopra le dette refrazioni, convien confessare che eglino abbiano parimente errato in determinar tutte quelle cose le quali non si possono perfettamente aggiustare senza la modificazione delle refrazioni: tra le quali cose una è l’investigazione precisa delle altezze polari, le quali comunemente si prendono dalle due altezze meridiane di alcuna delle stelle fisse sempre apparenti, le quali altezze verranno alterate dalla refrazione, nell’istesso modo

  1. e altissime manca in Gr.
  2. subblimano
  3. per ritirar la stella
  4. Il tratto da Ma più, io domando a però ditemi (pag. 344, lin. 18-19) manca nell’autografo, che dopo e non senza ragione continua: Sagr. In qual maniera si liber’egli poi da quell’aver mantenuta ... fisse sue circonvicine? ecc. —