Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/407

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giornata terza. 399

adoperiamo in riguardarle, cioè dall’occhio nostro? E che ciò sia vero, mutando strumento le vedremo maggiori e maggiori, quanto ne piacerà: e chi sa che alla Terra, che le rimira senza occhi, elle non si mostrino grandissime e quali realmente elle sono? Ma è tempo che, lasciate queste leggerezze, venghiamo a cose di più momento: e però, avendo io già dimostrato queste due cose prima, quanto basti por lontano il firmamento sì che in lui il diametro dell’orbe magno non faccia maggior diversità di quella che fa l’orbe terrestre nella lontananza del Sole, e poi dimostrato parimente come per far che una stella del firmamento ci apparisca della grandezza che noi la veggiamo, non è necessario porla maggiore del Sole, vorrei saper se Ticone o alcuno de’ suoi aderenti ha tentato mai di investigare in qualche modo se nella sfera stellata si scorga veruna apparenza per la quale si possa più resolutamente negare o ammettere il moto annuo della Terra.

Sagr. [Ticone o suoi aderenti non hanno tentato di vedere se nel firmamento sia apparenza alcuna contro o in favore del moto annuo.]Io per loro risponderei di no, nè tampoco averne avuto bisogno; già che il Copernico stesso è che dice, tal diversità non vi essere, ed essi, argomentando ad hominem, glie l’ammettono, e sopra questo assunto mostrano l’improbabilità che ne segue, cioè che sarebbe necessario far la sfera tanto immensa, che una stella fissa, per apparirci grande come ci apparisce, converrebbe che in realtà fusse una mole così immensa che eccedesse la grandezza di tutto l’orbe magno: cosa che è poi, come essi dicono, del tutto incredibile.

Salv. Io son del medesimo parere, e credo appunto ch’egli argomentino contro all’uomo più per difesa d’un altro uomo, che per brama di venire in cognizion del vero; e non solamente non credo che alcun di loro si sia applicato al far tal osservazione, [Astronomi fors enon hanno avvertito quali apparenze seguano al moto annuo della Terra,]ma non son sicuro ancora se alcuno di essi sappia quale diversità dovesse produr nelle fisse il movimento annuo della Terra, quando la sfera stellata non fusse in tanta distanza che in esse tal diversità per la sua piccolezza svanisse: perchè il cessare da tal inquisizione e rimettersi al semplice detto del Copernico, può ben bastare a convincer l’uomo, ma non già a chiarirsi del fatto, potendo esser che la diversità ci sia, ma non cercata, o, per la sua piccolezza o per mancamento di strumenti esatti, non compresa dal Copernico; [Alcune cose non comprese il Copernico per mancamento di strumenti]che non sarebbe questa la prima cosa che egli, per mancanza di strumenti o per altro difetto, non ha saputa, e pur, fondato sopra altre saldissime coniet-