Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/458

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450 dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.


Salv. Come questi effetti abbiano a venire in conseguenza de i movimenti che naturalmente convengano alla Terra, è necessario che non solamente non trovino repugnanza o intoppo, ma che seguano facilmente, e non solo che seguano con facilità, ma con necessità, [Gli effetti naturali e veri seguono senza difficultà.]sì che impossibil sia il succedere in altra maniera; chè tale è la proprietà e condizione delle cose naturali e vere. Stabilita dunque l’impossibilità del poter render ragione de i movimenti che si scorgono nell’acque, ed insieme mantenere l’immobilità del vaso che le contiene, passiamo a vedere se la mobilità del contenente possa ella produrre l’effetto condizionato nella maniera che si osserva seguire.

[Due sorti di movimento posson fare alzare ed abbassar l'acqua contenutavi.]Due sorte di movimenti posson conferirsi ad un vaso, per li quali l’acqua, che in esso fusse contenuta, acquistasse facultà di scorrere in esso or verso l’una or verso l’altra estremità, e quivi ora alzarsi ed ora abbassarsi. Il primo sarebbe quando or l’una or l’altra di esse estremità si abbassasse, perchè allora l’acqua, scorrendo verso la parte inclinata, vicendevolmente ora in questa ed ora in quella s’alzerebbe ed abbasserebbe. Ma perchè questo alzarsi ed abbassarsi non è altro che discostarsi ed avvicinarsi al centro della Terra, tal sorta di movimento [Concavità della Terra non si possono avvicinare o allontanare dal centro di quella.]non può attribuirsi alle concavità della medesima Terra, che sono i vasi contenenti l’acque, le parti de’ quali vasi, per qualunque moto che si attribuisse al globo terrestre, nè si possono avvicinare nè allontanare dal centro di quello. L’altra sorta di movimento è quando il vaso si muovesse (senza punto inclinarsi) [Moto progressivo ed ineguale può fare scorre l'acqua contenuta in un vaso.]di moto progressivo, non uniforme, ma che cangiasse velocità, con accelerarsi talvolta ed altra volta ritardarsi: dalla qual difformità seguirebbe che l’acqua, contenuta sì nel vaso, ma non fissamente annessa, come l’altre sue parti solide, anzi, per la sua fluidezza, quasi separata e libera e non obbligata a secondar tutte le mutazioni del suo continente, nel ritardarsi il vaso, ella, ritenendo parte dell’impeto già concepito, scorrerebbe verso la parte precedente, dove di necessità verrebbe ad alzarsi; ed all’incontro, quando sopraggiugnesse al vaso nuova velocità, ella, con ritener parte della sua tardità, restando alquanto indietro, prima che abituarsi al nuovo impeto resterebbe verso la parte susseguente, dove alquanto verrebbe ad alzarsi: i quali effetti possiamo più apertamente dichiarare e manifestare al senso con l’esempio di una di queste barche le quali continuamente vengono da Lizzafusina, piene d’acqua dolce per uso della città. Figu-