Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/686

Da Wikisource.
678 esercitazioni filosofiche


chi esso sia stimato il principale, e come tal ora sia anco d’impedimento, e come ciò si faccia senza passaggio dell’accidente da soggetto in soggetto (già che non passa, ma si produce): nè mi mancherebbe l’animo (non crediate che io fugga l’incontro) di scioglier le vostre ragioni, parte de quali ho addotto ancor io nel precitato luogo, come potrà veder ciascuno; ma essendo alla dottrina d’Aristotile. ed alla mia opinione conformi, stiano in buon’ora intatte. La terza cosa da considerarsi è la vostra inavortenza, il non sapervi valer dell’occasione opportuna per avantaggiarvi e ferir facilmente il vostro aversario con le sue proprie arme. Voi per più fondata ragione, fra l’altre, adducete che i proietti cadenti segnino il corso diurno della Terra in giro, sì per esser di natura terrea, ondo anco separati ritengono il medesimo moto, sì perchè sono aiutati dall’aria, che circolarmente si move. Ecco, fra gli altri vostri luoghi, qui!e vostre parole, che ora le ho avanti gli occhi nel vostro libro: «Ma quando l’aria si movesse con pari velocità, niuna imaginabil diversità si troverebbe». E seguendo soggiungete: «Alla pietra cadente dalla torre il movimento in giro non è avventizio od accidentario, ma naturale ed eterno, e dove l’aria segue naturalmente il moto della torre, e la torre quel del globo terrostre». Ora voi sapete, per vostre inculcazioni ad Aristotile, che le parti del corpo circolare non sono cerchi e non possono moversi in giro da se sole o ciò vi sarebbe malagevolissimo da provare; sì che agevole vi sarebbe stata la strada col tralasciar questo punto e prender quel che faceva per voi. Quanto facile e sicuro dunque era, pur salvar che quei cadenti si movano in giro al pari della terra, il dire con Aristotile che siano portati dal mezo, e (a questo proposito) dall’aria! chè non era gran fatto provar per molti capi non impossibili, che ella circolarmente si mova. Or non avreste qui fatto un colpo notabile e da maestro contra Aristotile, assalendolo e ferendolo con la sua propria dottrina? in qual vigore sarebbe restato il suo famoso argomento di proietti cadenti a perpendicolo, per provar la quiete della Terra, se con le sue posizioni gli aveste potuto improverare che siano al pari di essa portati in giro dal mezo? onde quantunque ella si mova, potrebbono nondimeno cascare a perpendicolo. Oh come avreste conchiuso, più tosto che ributtar quest’anni, che vi erano tanto favorevoli!

La quarta cosa è, che supponete il vento esser nient’altro che l’aria, mossa, opinione di molti antichi filosofi, ma non già di Peripatetici: però voi, che contra questi parlate, doveate apportarne qualche ragione, aspettando indubitatamente che vi sarebbe negata; e ricever le negazioni in filosofia senza difesa., è quasi oltraggio: nè mancano essi a sè stessi di provar che il vento non sia aria commossa, ma da quella totalmente diverso; ed anco ciò dovevi avvertire e confutare; ogni punto che giova a i vostri avversarli fa, pregiudizio notabile a voi. Gli accidenti meravigliosi che dite seguir da i proietti, cioè che il moto della pietra cadente dall’albero della nave che cami a, facendo unA linea trasversale, si faccia