Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/713

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di antonio rocco. 705


in quelle scienze), apportate vivacemente da chi le stima insolubili, furno da quei PP. studenti (che sotto i felici auspicii ed il paterno zelo del M. R. P. D. Alvise Squadroni, veneto, non meno rispondono nell’osservanza di santa austera religione, che nel studio e profitto delle scolastiche discipline) con universal sodisfazione ed applauso di molti litterati, che ivi erano presenti, al possibile, delle difficultà e sottigliezze che contengono, egregiamente soluto. Ma io intendo esercitarmi per ora solo con voi, sì che non parlando voi intorno a questo assertivamente, nò di mente propria, nè con alcuna prova, non occorre che mi affatichi in altro.

Circa il flusso e reflusso del mare, dal quale effetto intendete demostrare la mobilità, anzi il moto attuale, della Terra, io vi confesso che non si è apportata sin ora, nè da Aristotile nè da altri auttori che io abbia letto, raggione alcuna nè adeguata nè che si accosti al vero. Che l’acque marino, dall’ampiezza del pelago ristrette ed angustiate dal continente in più breve spazio, perciò quindi e quinci con alterna vicissitudine si librino, come dice Aristotile, è cosa inintelligibile, ed apporta seco più difficultà che parole. Che la Luna ne sia cagione, potrebbe esser: ma l’affirmarlo per indubitato è più tosto specie di cieca credulità che di probabile opinione, massime se risguardiamo i varii accidenti di tale affetto; ed il filosofar senza fondamenti è irragionevole. Onde io giudicavo la cagione di ciò quasi impercettibile; pur speravo, dalle vostro posizioni si potesse raccoglier qualche convenevole determinazione, se bene con pregiudizio in molte cose della peripatetica filosofia: ma avendole sinceramente, con animo indifferente, a guisa di puro arbitro, con ogni diligenza lette e ponderatele, vi trovo più assurdi e più repugnanze che in alcuna dell’altre, non annoverando fra queste la disconvenevolezza che per construer una capanna minate una città, e pure nè anco la capanna sortisce la sua struttura. Or veniamo alla prattica. È la vostra opinione sommaria, che il flusso e reflusso del mare sia causato dal moto della Terra, e diffusamente, pria con essempi e poi col venire alla cosa istessa, cercatie di renderla credibile ed indubitata. Sono gli esempi di una barca piena di acqua, come sono quelle che del continuo vengono da Lizza Fusina a Venezia. Questa tal barca così piena, se regolatamente, senza agitazioni, senza scosse e senza urti, per il mare tranquillo cammini, non avrà moto proprio, distinto da quel della barca che la porta; ma se per caso la barca dia in secco con impeto, o da altra barca o in altra maniera sia urtata e rispinta, oltre tal moto violento della barca, si causa grande agitazione nell’acqua che vi ò dentro, qual dura fluttuante in varie maniere, anco che la barca si fermi, anzi può andar e tornar dalla prora idla poppa della barca più volte, ed altre simili agitazioni per varie bande e secondo l’urto più o meno sconcio. Così si vede anco die il mare istesso, conturbato da i venti, ritiene per qualche tempo Pl’agitazione impressagli, quantunque essi venti siano del tutto cessati. Intorno alla qual osservazione vi stendete a dichiarar