Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/715

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di antonio rocco. 707


preso qual si voglia punto B, circa esso, come centro, descriveremo questo minor cerchio DEFG, rappresentante il globo terrestre; il quale intenderemo discorrer per tutta la circonferenza dell’orbe maglio col suo centro B da ponente verso levante, cioè dalla parte B verso ed oltre a ciò intenderemo il globo terrestre volgersi intorno al proprio centro B, pur da ponente verso levante, cioè secondo la successione d’i punti D, E, F, G, nello spazio di 24 ore.»

2. «Ma (qui doviamo attentamente notare, come rigirandosi un cerchio intorno al proprio centro, qualsivoglia parte di esso convien moversi in diversi tempi di moti contrarii: il che è manifesto considerando che mentre le parti della circonferenza intorno al punto D si movono verso la sinistra, cioè verso E, le opposte, che sono intorno all’ F, acquistano verso la destra, cioè verso G, talchè quando le parti D1) saranno in E, il moto loro sarà contrario a quello che era prima, quando era in D; in oltre, nell’istesso tempo che le parti E discendono, per così dire, verso E, le G ascendono verso D. Stante dunque tal contrarietà di moti nelle parti della superficie terrestre, mentre che ella si raggira intorno al proprio centro, è forza che, nell’accoppiar questo moto diurno coll’altro annuo, risulti un moto assoluto per le parti di essa superficie terrestre ora accelerato assai ed ora altre tanto ritardato: il che è manifesto considerando prima la parte intorno a D, il cui moto assoluto sarà velocissimo, come quello che nasce da due moti fatti verso la medesima banda, cioè verso la sinistra: il primo de’ quali è parte del moto annuo, commune a tutte le parti del globo, l’altro è dell’istesso punto D, portato pur verso la sinistra dalla vertigine diurna; talchè in questo caso il moto diurno accresce ed accelera il moto annuo: l’opposito di che accade alla parte opposta E, la quale, mentre dal commune moto annuo e portata, insieme con tutto il globo, verso la sinistra, vien dalla conversion diurna portata ancor verso la destra; talchè il moto diurno viene a detrar all’annuo, per lo che il movimento assoluto, resultante dal componimento di amendue. ne riman ritardato assai: intorno poi a i punti E, G il moto assoluto viene a restare come eguale al semplice annuo, avvenga che il diurno niente o poco gli accresce o gli detrae, per non tendere nè a sinistra nè a destra, ma in giù ed in su. Concludiamo per tanto, che sì come è vero che il moto di tutto il globo e di ciascuna delle sue parti sarebbe eguabile ed uniforme quando elle si movessero di un moto solo, o fusse il semplice annuo o fusse il solo diurno, così è necessario che, mescolandosi tali due moti insieme, ne resultino per le parti di esso globo movimenti difformi, ora accelerati ed ora ritardati, mediante gli additamenti o suttrazzioni della conversion diurna alla circolazione annua. Onde se è vero (come è verissimo, e l’esperienza ne dimostra) che l’accelerazione e ritardamento del moto del vaso faccia correre e ricorrere nella sua lunghezza, alzarsi ed abbassarsi nelle sue estremità, l’acqua da esso contenuta, chi vorrà por difficultà nel credere che tal effetto possa, anzi pur debba di necessità, accader nel)’acque marine, conte-