Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/716

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708 esercitazioni filosofiche


nute dentro i vasi loro, soggetti a tali alterazioni, e massime in quelli che per lunghezza si stendono da ponente verso levante, che è il verso per il quale si fa il movimento di essi vasi? Or questa sia la potissima o primaria causa del flusso o reflusso, senza la quale nulla seguirebbe di tal effetto. Ma perchè multiplici e varii sono gli accidenti paiticolari che in diversi luoghi e tempi si osservano, i quali è forza che da altre cause diverse concomitanti dipendano, se ben tutte, devono aver connessione con la primaria, però fa di mestiere andar proponendo ed esaminando i diversi accidenti che di tali diversi effetti possano esser cagioni.» Fin qui parlate voi di queste cagioni universali del flusso: e perchè gli particolari accidenti, di quali anco pienamente ed in conseguenza discorrete, dipendono totalmente dalle predette cause, esaminando quelle, resterà anco bastevolmente determinato di questi; e se quelle caderanno, essi non avranno alcuna sussistenza, onde anco sarà vano trattarne per riferirgli a loro e per considerargli in ordino a i vostri suppositi fondamenti. Veniamo dunque a ponderar, quanto intorno a ciò si conviene; e per maggior intelligenza e più sincerità, avanti di ogni altra cosa sia qui registrata la vostra figura.

1. Prima dunque mi si appresenta il detto che «tutte le parti della Terra si movano di moto notabilmente difforme, benchè movimento nessuno, che regolare ed uniforme non sia, venga a tutto P istesso globo assignato»; il quale, ancorchè voi intendiate di dimostrarlo, ed a me basterebbe rispondere a parte a parte alla vostra dimostrazione, come in effetto farò, voglio prima in universale considerare qual verità possa contenere questa vostra asserzione, e poi gradualmente discendete al resto. Tutte dunque (secondo voi) le parti della Terra si movono di moto notabilmente difforme, ed a tutta la Terra non convien movimento alcuno, che non sia regolare ed uniforme. Ditemi, per vita vostra: qual è quella cosa che possa chiamarsi tutta, se non in ordine e dependenza, dalle sue parti? e quale denominazion totale può darsi ad alcun tutto, da cui siano le parti escluse? se niuna parte del cigno è negra, come si dirà egli tutto negro? e se niuna parte della Terra si move di moto regolare ed uniforme, come è uniforme e regolare il moto del suo tutto? Io trovo, e l’approverà ogn’uno, che uniformità non sia altro che forma indivisamente ed una communicata al tutto ed alle parti; è relativo che corrisponde all’altro, nè mai alcuno sarà uniforme se non ad altri ed in comparazione di che si dice tale. È uniforme il moto totale della Terra per voi. e con chi ha questa uniformità? forse con la difformità? o con moti che non si trovano? Io non niego che in un mobile regolare si dia difformità di moto, come le parti circonferenziali della sfera difformemente si movono dalle centrali, cioè più velocemente; e per tal difformità quel moto vien detto