Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/719

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di antonio rocco. 711


ondo venga poi a sortir gli effetti dei moto predotto, od indi provenga anco il flusso e riflusso. Ma qui vi voglio: o cominciamo pur a filosofar intorno a ciò saldamente. L’orbe magno è cielo, l’orbe della Luna è cielo: son dunque rari e cedenti, ondo nell’urto si mischiano e si confondono, più tosto che rogolatamente si aggirino. Di più, se l’orbe della Luna è quello che riceve immediatamente le ritardazioni (come avete necessariamente da dire, e come è ritratto nella figura ed espressamente si tira per conseguenza), dall’orbe della Luna ha da venir in Terra, questa ritardazione per mezo de gli elementi, che gli son più vicini, onde l’ultima a parteciparne sarà la Terra: e così prima da questi urti, intoppi o ritardamenti, sarà agitata l’acqua che la Terra, e l’acqua più tosto moverà la Terra, se sia possibile, che all’opposito: oltra l’impossibilità toccata poco di sopra, di communicarsi dal sommo all’imo questa fluttuazione ne i corpi fluidi e rari, che è considerazione non di poco momento. Nè similmente l’effetto che pretendete succederebbe; conciosia che la Terra scossa, solida e continuata, non si agiterebbe difformemente nelle parti, come e stato detto, se fusse toccata immediate dall’orbe magno, perchè in ciò nulla sarebbe la differenza. Tralascio di dire perchè in sei ore sia il flusso ordinario, almeno in questo nostro Mare Adriatico, e sei il reflusso, essendo la ragion dell’impedimento o la distanza dell’ orbe magno impeditivo eguale in duo metà, onde dovrebbe esser di dodeci ore l’uno e di dodeci l’altro. E se con tanta piacevolezza nel flusso scorre l’acqua verso il continente, ed ivi è nel luogo suo naturale come piuma, e l’altro intoppo non è successo, perchè qui non si ferma? Quella della barca agitata, non avendo deposto l’impeto impresso, torna in dietro por il termine o legno che l’impedisce: ma qual impedimento troverà l’acqua marina nella vastità dell’oceano? Non direi che quelle imaginarie scosse della Terra, che sono atto a commover così impetuosamente l’acque del mare, fussero bastanti a scuoter gli edificii, o fussero stato già impeditive per fargli (già è moto di agitazione, anzi violento che no): pur a qualch’uno forse ciò parrebbe anco verisimile. Così gli accidenti varii che in questi flussi o riflussi si scorgono, come di alzarsi più o meno, esser più o manco veloci o frequenti in un luogo che nell’altro etc., non si possono ridurre alle cagione universali poste da voi; onde restano privi, per le vostro posizioni, di ogni ragionevole determinazione. Avreste pur fatto meglio (nel modo che può esser il meglio nel male) spedirvi con quattro parole, cioè che un’intelligenza o anima, o la propria virtù naturalo della Terra, l’agita di moto di trepidazione n di tale qual si raccoglie dal flusso, onde adeguatamente gli si adatti, che, salendo nel cielo con Fetonte per regger questo corso, più disgraziatamente che esso non fece il carro del Sole, l’abbiate precipitato nel profondo della nullità.: o pur potevi facetamente favoleggiar con le donne, che gli quattro Vangelisti, portando la Terra sopra, le spalle, a vicenna si mutino, e ne seguano tali mutazioni: e quattro scosse o agitazioni farebbono appunto per lo flusso o reflusso