Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/726

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718 esercitazioni filosofiche


od allontanarsi solo poche braccia, mentre nè anco centomila miglia basterebbono? Vedete, Sig. Rocco, quanto vi manca per potere fondatamente discorrere  1 di simile materia. Fate, Sig. Rocco, a modo di un vostro servitore: studiate un poco poco i primi principii di sfera, ed anco qualche cosetta di geometria, cioè tanto che vi basti per conoscere che voi di quoste materie sete lontanissimo da intenderne nulla, perchè tal cognizione vi schiverà per l’avvenire l’aprir mai più bocca di cieli e di elementi  2 e di lor moti circolari o retti; cognizioni, che l’istesso Aristotile confessa di torle  3 in presto da’ matematici. Io vorrei aiutarvi con qualche risposta ingegnosa, mostrando che pure senza servirsi d’altri moti che circolari, si potrebbe far calare per linea retta la stella, ed alzarsi ed abbassarsi per qualsivoglia intervallo  4, e più restare occulta per lunghissimo tempo e palese per breve; ma non voglio attaccarvi tanto la mente, perchè è cosa di matematica alquanto sottile, e, quel che più importa, non sodisfa a quel comparire ex abrupto grandissima, consumando poi tanti mesi in diminuirsi e tornare ad occultarsi.

Or ecco, Sig. Rocco, mostrati gl’inconvenienti (se però per voi mi sono a bastanza dichiarato), anzi l’impossibilità di potere per via di epiciclo o altro moto circolare render ragione de i particolari accidenti che furono osservati nell’apparizione ed occultazione  5 della nuova stella del 604, similissimi in tutto a quelli dell’altra del 72: e così penso di potere aver sodisfatto a quanto con instanza mi domandate in questo proposito alla fac.  6 196 [pag. 695, lin. 11 e seg.], Dove poi seguendo dite, come concetto creduto o trovato da me: Perchè tanti cerchi, a guisa di scorze di cipolle, intorno al Sole, come pur dite voi?, qui o voi non avete inteso quello che io scrivo, o, se l’avete inteso, a torto m’imponete quel che non solamente non è mio pensiero, ma nell’istesso luogo come vanissima opinione la confuto. In quello che scrivete appresso, ponete una mia contradizione, e dopo quella una fraterna correzione, dicendo: Ricordatevi un poco, Sig. Galileo, e considerate le vostre ordinarie contradizioni ad gni passo, nè crediate abbino ad essere interpretate come i responsi delli oracoli: la contradizione poi

  1. per fondamento di poter discorrere, V; per fondamento, cioè per fondatamente discorrere, L
  2. o d’elementi, M, L — o di lor, L
  3. cognizione, che ... di torla, V
  4. per quanto si voglia intervallo, M; per qual si sia intervallo, L
  5. nell’apparizioni ed occultazioni, V, M. Nel cod. V era sgtato scritto apparizione, e poi l’e finale fu corretto in i.
  6. della fac., V