Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/736

Da Wikisource.
728 esercitazioni filosofiche


spazio lontano, Concedavisi questo, e più che la velocità è tanta, che la palla nel suo corso fugge totalmente la vista: ma sentite, in grazia, ciò che ha da fare questa vostra considerazione col proposito del quale si tratta; e ditemi se quella palla che, spinta dal fuoco, resta, per la sua velocità, inosservabile  1 e del tutto invisibile, sarebbe ancor tale nel cadere dall’altezza di cento braccia, partendosi dalla quiete e scendendo col moto semplice, suo naturale. Bisogna che diciate di no, se non volete avere in contrario gli occhi di tutti gli altri uomini, che senza dubbio la veggono  2, e conviene anco che confessiate, il tempo della sua caduta esser molto ben considerabile e partibile: e però voi ancora nel camminare di buon passo, ed anco nel correre, potete, come qualunque altr’uomo  3, distinguere, ed anco numerare, i passi che fate. Ora sappiate che una palla di artiglieria di 100 libbre di peso, nel venir dall’altezza di cento braccia, non consuma minor tempo di quello che facciate voi nel camminare cinque o sei passi o nel correre otto o nove: e se il tempo della caduta di una palla di cento libbre è tanto, quello di una che pesi una sola libbra, che per la dottrina di Aristotile e vostra deve esser cento più, sarà eguale a quello del cammino di 500 o 600 passi; e voi con franchezza lo chiamerete, per la brevità, incompartibile? Soggiugnete poi, per maggiore dichiarazione della debolezza ed inabilità della vista, due altri esempi: l’uno, preso dal moto tardissimo dell’orivuolo; e l’altro, dal moto della nave lontanissima, benchè assai velocemente mossa: i quali esempi io veramente non intendo come abbino da fare col nostro proposito; perchè nè il moto delle nostre palle ha nè anco la centomilesima parte della tardità del raggio dell’orologio; nè si domanda che vi constituiate, nel fare la osservazione, lontano dalla torre nè anco la centesima parte di quello che è la nave allora che il suo moto, benchè veloce, apparisce inosservabile. E qui noto che voi, per sostenere in piedi la vostra mal 30 fondata proposizione, avete bisogno che nessuno de’ moti del mondo sia nè osservabile nè partibile; onde, fattovi adito da i moti delle artiglierie e delli orologi, quelli incompronsibili per la somma velocità, e questi per la soverchia tardità, prendete animo di metter tra questi quei de’ gravi cadenti, ancorchè il movimento loro sia egualmente lontanissimo dalle inosservabili velocità e tardità. Di più, se il tempo del

  1. inosservabile, V
  2. veggano, V
  3. come ciascheduno altr’, M; come ciascun altr’, L