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Pagina:Le poesie di Catullo.djvu/133

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Trad. da Mario Rapisardi 133


Il suo tumido Antimaco il popoletto adori;
     Io amo, o Cinna, i tuoi brevi capolavori.

96

Se il desiderio, onde a’ suoi dì felici
     Rivive il cor tra’ suoi perduti amici,

Se il dolor nostro i muti avelli molce
     Ed agli estinti alcun ricordo è dolce,

5L’acerba fin Quintilia or non lamenta
     Quanto dell’amor tuo, Calvo, è contenta.

97

Se annusar debba a Emilio, per gli Dei,
     La bocca o il deretan dir non saprei:

Niente ha dell’uno più pulito, niente
     Ha dell’altra più sozzo e più fetente.

5A conti fatti è quello il men cattivo,
     Se non altro, perchè di denti è privo;

Quella gli ha enormi, e sembra a dirittura
     Cassa intarlata di vecchia vettura;