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134 Le poesie di Catullo


E un’apertura ha così laida e sconcia,
     10Qual di mula che pisci ardente cioncia.

Eppur fa il mangiacuori e il damerino!
     O perchè non lo mandano al mulino?

Perchè non dir ch’egli a leccare è nato
      Le marce lacche d’un becchin malato?

98

Quanto suol dirsi a un grullo maldicente,
     Dir si può contro a te, Vezio fetente:

Con una lingua tal puoi dei villani
     Ripulire le scarpe e i deretani.

5O Vezio, vuoi finirmi in un momento?
     Apri la bocca, ed otterrai l’intento.

99

Mentre giocherellavi, Giovenzio inzuccherato,
     Un bacio, dell’ambrosia più dolce, io t’ho rubato.

Non l’avessi mai fatto! Per più d’un’ora in croce
     Mi tenesti confitto ad un supplizio atroce.