Pagina:Le poesie di Catullo.djvu/137

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Trad. da Mario Rapisardi 137

102

Se mai da un cor fedele a un cor discreto
     E fido a prova s’affidò un secreto,

Cornelio, io son di quei c’han lo statuto
     Di star zitti, e in Arpocrate mi muto.

103

O i miei dieci sesterzj, Silon, mi rendi, e poi
     L’irato, l’indomabile fare a tuo grado puoi;

O se i bezzi ti piacciono, fammi il piacer, Silone,
     Smetti di far l’indomito, l’irato.... ed il cozzone.

104

Credi, ch’abbia potuto dir male io di colei,
     Ch’amo più della mia vita e degli occhi miei?

Oh, allor non arderei fra sì pazzi tormenti.
     Sì mostruose frottole tu con Tappone inventi.