Tenea, s’immagini che santo zelo!
Tutto il suo sèguito per men d’un pelo.”
15“Pure amo credere, giacchè si sa
Le lettighe essere nate colà,
A comprar uomini lei si diè briga
Che la potessero trarre in lettiga.”
Ed io con aria da gran signore:
20“Quella provincia certo è un orrore,
Ma pur possibile mi fu l’avere
Otto bei giovani per tal mestiere.”
(E intanto, o misero, per quelle strane
Terre non eravi neppure un cane,
25Che in collo a mettersi fosse gentile
Lo zoppo trespolo del mio canile!)
“Oh allor di grazia, saltò a dir quella
Con aria ingenua da sgualdrinella,
Quintuccio, prestami tal ben di Dio:
30Vo’ un po’ al Serapide spassarmi.” Ond’io:
“Adagio; i comodi ch’io ti dicea,
Cinna il mio socio, non io li avea: