Pagina:Le poesie di Catullo.djvu/40

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40 Le poesie di Catullo


15Ha preso il volo — dalle mie braccia, e tresca
     Ora con voi. — E voi con faccia fresca,

Voi scalzacani, — voi bertoni che siete,
     Lieti un per uno — pappar ve la volete?

Vergogna! E peggio — d’ogn’altro, in questo caso,
     20Mi fa, per dio, — montar la muffa al naso

Quel zazzeruto — d’Egnazio (uno de’ figli
     Di Celtiberia, — gran madre di conigli)

Quel bel muffetto — d’Egnazio, quello schifo,
     Che si tien bello, — perchè gli adombra il grifo

25Un po’ di pelo: — quel tal che sfrega e liscia
     Ognora i denti — con l’iberica piscia.


38

O Cornificio, grave è il dolore
     Che, affè, al tuo povero Catullo è dato:
     3Cresce il suo spasimo co’ giorni e l’ore.

Ahi, con che ufficio tu, con qual detto,
     E t’era facile, l’hai consolato?
     6Son teco in collera. Questo è l’affetto?