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68 | postvma. |
Per te, Bologna mia! Canti chi vuole
La natura, le pecore, i pastori,
Questo feroce sole
E questo bosco pien di raffreddori.
Venga l’Arcadia a strimpellar canzoni
All’infinito mare, al ciel turchino,
Ai naufraghi mosconi
Cascati ad annegar dentro al mio vino;
Io nato ai gaudi del consorzio umano.
Alle battaglie dell’intelligenza,
Del robusto villano
Non invidio le spalle e l’innocenza:
Ma invidio voi che per le arroventate
Vie cittadine a lavorar movete.
Voi che m’invidiate.
Voi che siete felici e noi sapete.
Non gridate cogli Arcadi e coi preti:
— Lungi dalle città, lungi dal vizio. —
Son ciarle di poeti:
L’innocenza dei campi è un pregiudizio.