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postvma. 71

XXXIX.

IRA


Cieco! e il balen d’un’ironia feroce
     Non ti vedea sul viso
E ti chiedevo colle mani in croce
     La pietà d’un sorriso.

Come un bambino a te davanti gli occhi
     Trepidando chinai,
Come un can flagellato a’ tuoi ginocchi,
     Vile, mi trascinai;

China l’altera fronte, io t’ho baciato
     Il lembo delle vesti.
Ho sofferto l’inferno, ho bestemmiato.
     Ho pianto.... e tu ridesti!

Mi levo adesso dal codardo oblio,
     Le mie catene spezzo.
Mi vergogno di te, dell’amor mio,
     Mi levo e ti disprezzo.