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XVII.
EBBRO
Noi d’Epicuro i sacerdoti siamo,
Noi la face d’amor lieta rischiara,
Noi l’opulenta mensa abbiam per ara
E i cantici di Bacco al ciel leviamo.
Frine con noi sacerdotessa abbiamo
Che i misteri del Dio calda c’ impara,
E di Pafo alla Dea libera e cara
I canti, i baci, i sacrifizi diamo.
Noi non abbiam per rito altro che il riso
E non sognamo il travaglioso acquisto
D’una noia infinita in Paradiso;
Ma l’uggia debelliam del secol tristo
In un femineo sen celando il viso,
Bevendo in fresco e bestemmiando Cristo.