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70Oimè, perchè sì rado
Mi date quel dond’io mai non son sazio?
Perchè non più sovente
Mirate, qual'Amor di me fa strazio?
E perchè mi spogliate immantenente
75Del ben, ch’ad ora ad or l’anima sente?
Dico, ch’ad ora ad ora,
(Vostra mercede) i’ sento in mezzo l’alma
Una dolcezza inusitata, e nova,
La qual ogni altra salma
80Di noiosi pensier disgombra allora,
Sì, che di mille un sol vi si ritrova:
Quel tanto a me, non più, del viver giova:
E se questo mio ben durasse alquanto,
Nullo stato agguagliarse al mio porrebbe:
85Ma forse altrui farebbe
Invido, e me superbo l’onor tanto:
Però, lasso, conviensi
Che l’estremo del riso assaglia il pianto:
E ’nterrompendo quelli spirti accensi,
90A me ritorni, e di me stesso pensi.
L’amoroso pensero
Ch’alberga dentro, in voi mi si discopre
Tal, che mi trae del cor ogni altra gioia:
Onde parole, ed opre
95Escon di me sì fatte allor, ch’i’ spero
Farmi immortal, perchè la carne moia.
Fugge al vostro apparire angoscia, e noia;
E nel vostro partir tornano insieme:
Ma perchè la memoria innamorata
100Chiude lor poi l’entrata;
Di là non vanno dalle parti estreme:
Onde s’alcun bel frutto
Nasce di me; da voi vien prima il seme:
Io per me son quasi un terreno asciutto
105Colto da voi, e ’l pregio è vostro in tutto.
Can-