Pagina:Le rime di M. Francesco Petrarca I.djvu/176

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P A R T E. 93

     E regna altro signore,
     Che promette una vita più tranquilla.
     Della tua mente Amor, che prima aprilla,
     55Mi dice cose veramente, ond’io
     Veggio, che ’l gran desio
     Pur d’onorato fin ti farà degno:
     E come già se’ de’ miei rari amici;
     Donna vedrai per segno,
     60Che farà gli occhi tuoi via più felici.
I’ volea dir, Quest’è impossibil cosa;
     Quand’ella, Or mira, e leva gli occhi un poco
     In più riposto loco
     Donna ch’a pochi si mostrò giammai.
     65Ratto inchinai la fronte vergognosa,
     Sentendo novo dentro maggior foco;
     Ed ella il prese in gioco,
     Dicendo, Io veggio ben dove tu stai.
     Sì come ’l Sol con suoi possenti rai
     70Fa subito sparir ogni altra stella;
     Così par’or men bella
     La vista mia; cui maggior luce preme.
     Ma io però da’ miei non ti diparto:
     Che questa, e me d’un seme,
     75Lei davanti, e me poi produsse un parto.
Ruppesi intanto di vergogna il nodo
     Ch’alla mia lingua era distretto intorno
     Su nel primiero scorno
     Allor quand’io del suo accorger m’accorsi:
     80E ’ncominciai: S’egli è ver quel ch’i’ odo,
     Beato il padre, e benedetto il giorno
     Ch’ha di voi il mondo adorno;
     E tutto ’l tempo ch’a vedervi io corsi:
     E se mai della via dritta mi torsi,
     85Duolmene forte assai più, ch’i’ non mostro;
     Ma se dell’esser vostro
     Fossi degno udir più, del desir ardo:


Pen-