Pagina:Le rime di M. Francesco Petrarca I.djvu/362

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D’AMORE CAP. III. 279

55Vince Oloferne; e lei tornar soletta
     Con una ancilla e con l’orribil teschio,
     Dio ringraziando, a mezza notte, in fretta.
     Vedi Sichem e ’l suo sangue, ch’è meschio
     De la circoncisione e de la morte,
60E ’l padre colto e ’l popolo ad un veschio:
     Questo gli ha fatto il subito amar forte.
     Vedi Assuero il suo amor in qual modo
Va medicando a ciò che ’n pace il porte:
     Da l’un si scioglie, e lega a l’altro nodo:
     65Cotal ha questa malizia rimedio,
Come d’asse si trae chiodo con chiodo.
     Vuo’ veder in un cor diletto e tedio,
     Dolce et amaro? or mira il fero Erode;
Amore e crudeltà gli han posto assedio.
     70Vedi com’arde in prima, e poi si rode,
     Tardi pentito di sua feritate,
Marïanne chiamando che non l’ode.
     Vedi tre belle donne innamorate,
     Procri, Artemisia con Deidamia,
75Et altrettante ardite e scelerate,
     Semiramìs, Biblì e Mirra ria;
     Come ciascuna par che si vergogni
De la sua non concessa e torta via!
     Ecco quei che le carte empion di sogni,
     80Lancilotto, Tristano e gli altri erranti,
Ove conven che ’l vulgo errante agogni.
     Vedi Ginevra, Isolda e l’altre amanti,
     E la coppia d’Arimino che ’nseme
Vanno facendo dolorosi pianti. -
     85Così parlava; et io, come chi teme
     Futuro male e trema anzi la tromba,
Sentendo già dov’altri anco nol preme,
     Avea color d’uom tratto d’una tomba;
     Quando una giovinetta ebbi dal lato,
90Pura assai più che candida colomba.