Pagina:Le rime di M. Francesco Petrarca I.djvu/403

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320 TRIONFO

Ma per la turba a’ grandi errori avezza
     140Dopo la lunga età sia ’l nome chiaro:
     Che è questo però che sì s’apprezza?
Tutto vince e ritoglie il Tempo avaro;
     Chiamasi Fama, et è morir secondo;
     Né più che contra ’l primo è alcun riparo.
145Così ’l Tempo triunfa i nomi e ’l mondo.
     


TRIONFO


DELLA DIVINITÀ



Da poi che sotto ’l ciel cosa non vidi
     Stabile e ferma, tutto sbigottito
     Mi volsi al cor e dissi: - In che ti fidi? -
Rispose: - Nel Signor, che mai fallito
     5Non ha promessa a chi si fida in lui;
     Ma ben veggio che ’l mondo m’ha schernito,
E sento quel ch’i’ sono e quel ch’i’ fui,
     E veggio andar, anzi volare il tempo,
     E doler mi vorrei, né so di cui;
10Ché la colpa è pur mia, che più per tempo
     Deve’ aprir gli occhi, e non tardar al fine,
     Ch’a dir il vero omai troppo m’attempo.
Ma tarde non fur mai grazie divine:
     In quelle spero che ’n me ancor faranno
     15Alte operazïoni e pellegrine. -
Così detto e risposto: or, se non stanno
     Queste cose che ’l ciel volge e governa,
     Dopo molto voltar che fine avranno?
Questo pensava; e mentre più s’interna
     20La mente mia, veder mi parve un mondo
     Novo, in etate immobile ed eterna,