Pagina:Le rime di M. Francesco Petrarca I.djvu/412

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AL PETRARCA. 3*9


E Papirio Cursor, che tutto smaglia:
Curio, Fabrizio, e l’un, e l’altro Cato:
E’l gran Pompeo, che mal vide Tessaglia:
E Valerio Corvino, e quel Torquato
Che per troppa pietate uccise il figlio;
E ’1 primo Bruto gli sedea da lato.
Po’ il buon villan che fè ’Il fiume vermiglio
Del fero sangue: e’1 vecchio ch’Anniballe
Frenò con tarditate, e con consiglio:
Claudio Neron, che ’l capo d’Asdruballe
Presentò al fratello aspro, e feroce,
Sì, che di duol li fè voltar le spalle:
Muzio, che la fua destra errante coce:
Orazio sol contra Toscana tutta:
Che nè foco, nè ferro a virtù noce:
chi con sospizione indegna lutta:
Valerio di piacer al popol vago,
Sì, che s’inchina; e sua cafa è distrutta:
quel ch’e Latin vince sopra ’l lago
Regllo, e quel che prima Affrica assalta:
E i duo primi che ’n mar vinser Cartago:
Dico Appio audace, e CatuIo, che smalta
Il pelago di sangue, e quel Duilio
Che d’aver vinto allor sempre s’esalta
Vidi’l vittorioso, e gran Cammillo
Sgombrar l’oro,e menar la spada a cerco;
E riportarne il perduto vessillo.
Mentre con gli cechi quinci, e quindi cerco?
Vidivi CoSSo con le Spoglie ostili,
E’1 dittator Emilio Ma me reo:
E parecchi nitri di natura umili;
Rutiliocon Volumnio, e Gracco, e Filo,
Fatti per virtù d’arme alti, e gentili.
Costor vid’io fra ’l nobil sangue d’Ilo
Misto col Roman sangue chiaro, e bello;
Cui non basta nè mio, nè altro stilo.