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commissioni speciali e straordinarie. L’amministrazione municipale e provinciale sarebbe restituita alla sua vera indole, all’onesta e larga discussione cioè dei relativi affari per parte dei soli interessati. L’educazione e l’istruzione nazionale, oggi a disegno negletta, sarebbe generalizzata e resa accessibile a tutte le classi della società in ragione dei loro respettivi ufizj e bisogni, e vegliata con giusta misura dallo Stato. La pubblicazione d’ogni pensiero onesto ed utile non sarebbe più vietata, e le forze degli ingegni non sarebbero più depresse da leggi nemiche dell’intelligenza umana.
I grandi mutamenti in un popolo non si ottengono che mercè l’azione del tempo. Ed è in questo tempo appunto che le nazioni vi si preparano reagendo sopra loro stesse. L’atto di forza materiale che d’ordinario precede i grandi mutamenti non è generalmente che il fatto palese della loro realizzazione. Ma affinchè con esso la riforma effettivamente si compia fa di mestieri che le nazioni vi siano convenientemente preparate.
E noi Italiani, nazione da oltre tre secoli decaduta per modo da essere oggidì oggetto di pietà, o di disprezzo per lo straniero, ed a cui più non resta che nome, lingua, culto e reminiscenza delle prische grandezze, se vogliamo conquistare davvero la nazionale indipendenza prepariamoci efficacemente a quest’atto il più grande, il più solenne che una nazione possa proporsi. Tutti, e subito, diamo opera a riformare noi stessi; ciascuno nella respettiva posizione sociale promuova con solerzia tutto quel bene che gli è possibile, e con tutti quei legali ed onesti modi dei quali può disporre. Questa è la sola ed