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84 leonardo da vinci [§ 213

213. Qual parte della superficie de’ corpi si dimostrerà di più bel colore.

La superficie di quell’opaco si dimostrerà di più perfetto colore, la quale avrà per vicino obietto un colore simile al suo.


214. Delle incarnazioni de’ volti.

Quel colore de’ corpi più si conserva in lunga distanza che sarà di maggior quantità. Questa proposizione ci mostra che il viso si faccia oscuro nelle distanze, perchè l’ombra è la maggior parte che abbia il volto, ed i lumi sono minimi, e però mancano in breve distanza: e minimissimi sono i loro lustri, e questa è la causa che, restando la parte più oscura, il viso si faccia o si dimostri oscuro; e tanto più parrà trarre il nero, quanto tal viso avrà in dosso o in testa cosa più bianca.


215. Modo per ritrarre di rilievo e preparare la carta per questo.

I pittori, per ritrarre le cose di rilievo, debbono tingere le superficie delle carte di mezzana oscurità e poi dare le ombre più oscure, ed in ultimo i lumi principali in piccol luogo, i quali son quelli che in piccola distanza sono i primi che si perdono all’occhio.


216. Della varietà di un medesimo colore in varie distanze dall’occhio.

Infra i colori della medesima natura, quello manco si varia che meno si rimuove dall’occhio. Provasi, perchè l’aria che s’interpone infra l’occhio e la cosa veduta occupa alquanto la detta cosa: e se l’aria interposta sarà di gran somma, allora la cosa veduta si tingerà forte del colore di tal aria, e se tale aria sarà di sottile quantità, allora l’obietto sarà poco impedito.


217. Della verdura veduta in campagna.

Della verdura delle campagne di pari qualità, quella parrà essere più oscura che sarà nelle piante degli alberi, e più chiara si dimostrerà quella de’ prati.


218. Qual verdura parrà partecipare più d'azzurro.

Quelle verdure si dimostreranno partecipare più d’azzurro, le quali saranno di più oscura ombrosità; e questo si prova per la settima, che dice che l’azzurro si compone di chiaro e d’oscuro in lunghe distanze.