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a 438] trattato della pittura - parte terza 145

sono più vicine al mezzo della loro moltitudine, ancorachè essi sieno in sè d’uniforme colore; e questo è necessario, perchè minor quantità del cielo, illuminatore dei corpi, si vede ne’ bassi spazi interposti fra i detti animali, che nelle parti supreme de’ medesimi spazi. Provasi per la figura qui posta, dove abcd è posto per l’arco del cielo, universale illuminatore de’ corpi ad esso interiori; nm sono i corpi che terminano lo spazio sfrh infra loro interposto, nel quale spazio si vede manifestamente che il sito t (essendo solo illuminato dalla parte del cielo cd) è illuminato da minor parte del cielo che il sito e, il quale è veduto dalla parte del cielo ab che è tre tanti maggiore che il cielo cd; adunque sarà più illuminata tre tanti in e che in t.


436. De’ campi proporzionati ai corpi che in essi campeggiano, e prima delle superficie piane d’uniforme colore.

I campi di qualunque superficie piana e di colore e lume uniformi non parranno separati da essa superficie, essendo del medesimo colore e lume. Adunque, per il converso parranno separati, se seguita conclusione conversa.


437. Pittura: di figura e corpo.

I corpi regolari sono di due sorta, l’uno de’ quali è vestito di superficie curva, ovale o sferica, l’altro è circondato di superficie laterata, regolare o irregolare. I corpi sferici, ovvero ovali, paiono sempre separati dai loro campi, ancorachè esso corpo sia del colore del suo campo, ed il simile accadrà de’ corpi laterati; e questo accade per essere disposti alla generazione delle ombre da qualcuno de’ loro lati, il che non può accadere nelle superficie piane.


438. Pittura: mancherà prima di notizia la parte di quel corpo che sarà di minor quantità.

Delle parti di quei corpi che si rimuovono dall’occhio, quella mancherà prima di notizia la quale sarà di minor figura; ne segue che la parte di maggior quantità sarà l’ultima a mancare di sua notizia. Adunque, tu, pittore, non finire i piccoli membri di quelle cose che sono molto remote dall’occhio, ma seguita la regola data nel sesto.

Quanti sono quelli che nel figurar le città ed altre cose remote dall’occhio fanno i termini notissimi degli edifici non altrimenti che se fossero in vicinissime

L. da VinciTrattato della pittura. 19