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propinquità; e questo è impossibile in natura, perchè nessuna potentissima vista è quella che in sì vicina propinquità possa vedere i predetti termini con vera notizia, perchè i termini d’essi corpi sono termini delle loro superficie, ed i termini delle superficie sono linee, le quali linee non sono parte alcuna della quantità di essa superficie, nè anche dell’aria che di sè veste tal superficie. Adunque quello che non è parte d’alcuna cosa è invisibile, come è provato in geometria. E se tu, pittore, farai essi termini spediti e noti, come è in usanza, e’ non sarà da te figurata sì remota distanza, che per tale difetto1 non si dimostri vicinissima. Ancora gli angoli degli edifici son quelli che nelle distanti città non si debbono figurare, perchè d’appresso è impossibile vederli, conciossiachè essi angoli sono il concorso di due linee in un punto, ed il punto non ha parte, adunque è invisibile.


439. Perchè una medesima campagna si dimostra alcuna volta maggiore o minore ch’essa non è.

Mostransi le campagne alcuna volta maggiori o minori che esse non sono, per l’interposizione dell’aria più grossa o sottile del suo ordinario, la quale s’interpone infra l’orizzonte e l’occhio che lo vede. Infra gli orizzonti di egual distanza dall’occhio, quello si dimostrerà esser più remoto, il quale sarà veduto infra l’aria più grossa, e quello si dimostrerà più propinquo, che si vedrà in aria più sottile. Una medesima cosa, veduta in distanze eguali, parrà tanto maggiore o minore, quanto l’aria interposta fra l’occhio e la cosa sarà più grossa o sottile. E s’è la cosa veduta nel termine di cento miglia di distanza, le quali miglia sieno aria conforme e sottile, e che la medesima cosa sia veduta nel termine di esse cento miglia, le quali sieno di aria uniforme e grossa con grossezza quadrupla all’aria antidetta, senza dubbio le medesime cose vedute nella prima aria sottile, e poi vedute nella grossa, parranno quattro tanti maggiori che nella sottile.

Le cose ineguali, vedute in distanze eguali parranno eguali; se la grossezza dell’aria interposta infra l’occhio ed esse cose sarà ineguale, cioè l’aria grossa interposta infra la cosa minore; e questo si prova mediante la prospettiva de’ colori, che fa che una gran montagna, parendo piccola alla misura, pare maggiore che una piccola vicino all’occhio, come spesso si vede che un dito vicino all’occhio copre una gran montagna discosta dall’occhio.


440. Pittura.

Fra le cose di eguale oscurità, magnitudine, figura e distanza dall’occhio, quella si dimostrerà minore, che sarà veduta in campo di maggior splendore o bianchezza.

  1. Nell’edizione romana, 1817: «effetto».