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a 513] trattato della pittura - parte terza 171

509. Delle cose specchiate nell’acqua.

Delle cose specchiate nell’acqua quella sarà più simile in colore alla cosa specchiata, la quale si specchia in acqua più chiara.


510. Delle cose specchiate in acqua torbida.

Sempre le cose specchiate in acqua torbida partecipano del colore di quella cosa che intorbida tale acqua.


511. Delle cose specchiate in acqua corrente.

Delle cose specchiate in acqua corrente, il simulacro di quella cosa si dimostrerà tanto più lungo e di confusi termini, il quale s’imprimerà in acqua di più veloce corso.


512. Della natura del mezzo interposto infra l’occhio e l’obietto.

Il mezzo interposto infra l’occhio e l’obietto è di due quantità: cioè o esso ha superficie come l’acqua e il cristallo, od altra cosa trasparente, od esso è senza superficie comune, com’è l’aria che si appoggia alla superficie de’ corpi che dentro ad essa s’inchiudono, la quale aria non ha in sè superficie continua se non nel termine inferiore e superiore.


513. Effetti del mezzo circondato da superficie comune.

Il mezzo circondato da superficie comune non rende mai all’occhio l’obietto, che sta dopo sè, nel suo vero sito. Provasi, e sia il cristallo di superficie parallele or, per il quale l’occhio a vede la metà dell’obietto ng che sta dopo di esso, cioè nm, per la parte del cristallo bo, e vede il rimanente dell’obietto, mg, per l’aria che sta sotto il cristallo; e per la settima del quarto la linea della parte superiore dell’obietto n si piega nell’introito del cristallo e fa la linea nba; e la linea della parte inferiore mg è veduta nel suo vero sito per la settima del quarto, come si mostra nelle linee che passano per l’aria sotto il cristallo in mga. Adunque l’una metà dell’obietto nm cresce nel cristallo bo e l’altra metà diminuisce nell’aria che sta sotto il cristallo in op.