Pagina:Leonardo - Trattato della pittura, 1890.djvu/63

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alla vita di leonardo da vinci xli

canne. Le questioni sulla quantità di acqua da estrarsi dai canali della Lombardia per la irrigazione, la giusta distribuzione e la vendita di essa, chiamavano a sè l’attenzione di Leonardo per determinare la vera quantità dell’oncia di acqua che esce da una data luce. Abbiamo veduto che di questo si era occupato specialmente nel capitolo sul canale della Martesana, e su questo stesso soggetto ritorna scrivendo da Firenze al Melzi nel 1511 sul regolare i bocchelli del Naviglio. La questione è considerata sotto gli aspetti più svariati, e si può dire che questo libro è uno dei più importanti del Trattato d’idraulica di Leonardo: a questo appartengono alcuni frammenti tratti dai manoscritti di Leonardo, riportati dal Venturi nel suo Saggio su Leonardo da Vinci. Le esperienze proposte per la risoluzione di tutti i casi che gli si presentano alla mente sono semplici e decisive; esse formano modelli eccellenti per chi si dà allo studio delle cagioni dei fenomeni in un campo ancora inesplorato; in esse ha saputo separare ciò che è dovuto a ciascuna cagione negli effetti composti; per ciascuno ha saputo trovare quella esperienza che rende più sensibile la teoria ed aiuta meglio la mente a formarsi il più vero e il più giusto concetto di ciò che accade in natura. Mentre nei primi libri le esperienze sono messe con severa parsimonia, in questo in cui si trattava di rendere sensibili a tutti delle verità che riguardano gl’interessi di tanti, sono moltiplicate. Quantunque dobbiamo giudicare in generale che Leonardo avesse un ingegno più vasto e più speculativo, ma meno pratico del Castelli, ci pare, nel percorrere questo libro, che egli abbia voluto rendersi facile a tutti, per dare una splendida prova che sapeva fare e rovesciare i sistemi con l’ingegno del filosofo, che egli sapeva come uomo di scienza applicare il ragionamento e condurre dai principi astratti, dalle ipotesi ardite alle loro ultime conseguenze; ma che sapeva egualmente servire alla pubblica utilità, al paragone di ogni altro, e sia chi vuole, nell’amministrazione di un ramo così importante di ricchezza pubblica e privata. In questo considera la quantità dell’acqua che versa da diverse luci, avuto riguardo alla altezza dell’acqua al disopra di ciascuna, quando il livello si mantiene costante, alla variazione della velocità all’abbassarsi del livello, la misura delle once che si danno nelle bocche delle acque, maggiori o minori, secondo la maggiore o minore velocità dell’acqua che per essa bocca passa;1 la diversa quantità di acqua che danno le stesse luci praticate sulla superficie di uno stesso canale, secondo le condizioni del canale;2 e non trascura le speculazioni più sottili sulla forma della superficie dell’acqua

L. da VinciTrattato della pittura. f
  1. «Le misure dell’once che si danno nelle bocche dell’acqua sono maggiori o minori, secondo le maggiori o minori velocità dell’acqua che per essa bocca passa. Doppia velocità dà doppia acqua in un medesimo tempo, e così tripla velocità darà tripla in un medesimo tempo quantità d’acqua, e così successivamente seguirebbe in infinito». (Leonardo, Idraulica, pag. 424).
  2. «Il moto d’ogni fiume con egual tempo dà in ogni parte della sua lunghezza egual peso d’acqua. E questo accade, perchè, se il fiume, nello sboccamento che fa, scarica un tanto peso di acqua in tanto tempo, necessità vuole, che in luogo dell’acqua scaricata succeda un altrettanto peso d’acqua in altrettanto tempo, quale si muova dalla parte immediatamente antecedente, e così successivamente in luogo di quest’altra acqua succeda con altrettanto peso, in sintanto che s’arrivi alla prima parte della lunghezza del fiume. Altrimenti, se nello sboccamento si scaricasse maggior somma d’acqua di quella che si trova al principio del fiume, seguirebbe che nel mezzo del canale l’acqua di continuo s’andasse scemando; e per il contrario, se nel medesimo sboccamento passasse minor somma d’acqua di quella che entra al suo nascimento, l’acqua di mezzo crescerebbe continuamente: ma l’uno e l’altro è manifestamente falso. Adunque il moto di ogni fiume con egual tempo dà in ogni parte della sua lunghezza egual peso d’acqua. Due bocche eguali e simili poste nell’argine del fiume d’egual obliquità di fondo, quella verserà più o meno acqua secondochè più o meno crescerai o diminuirai la larghezza di esso fiume...., e tanto quanto accrescerai o diminuirai la larghezza del fiume, tanto minuirai o accrescerai la velocità del suo moto. Il fiume d’egual profondità avrà tanto più fuga nella minor larghezza quanto la maggior larghezza avanza la minore.... se sia un luogo che abbia tre varie larghezze, le quali si contengano insieme, e la prima minor larghezza entri nella seconda quattro volte, e la seconda entri due volte nella terza; dico che gli uomini che empiranno con le loro persone detti luoghi, quali siano in continuo cammino, quando li uomini del maggior luogo faranno un passo, quelli del secondo minore ne faranno due». (Loc. cit., pagg. 427, 428, 429).