Pagina:Leonardo - Trattato della pittura, 1890.djvu/64

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xlii commentario

presso una bocca, nè di ricercare quale acqua dalle diverse parti del canale si muova all’uscita verso questa.1

I primi cinque libri, come abbiamo già avvertito, contengono solamente la teoria, e sono cavati da questi ultimi. Oltre l’usanza che avea Leonardo di far precedere sempre l’esperienza alla teoria, noi abbiamo una ragione di più per credere quello che abbiamo asserito, osservando che egli rimanda spessissimo nei primi libri del trattato alle proposizioni o alle esperienze degli ultimi. Essi dunque sono stati scritti posteriormente.

La costituzione fisica dell’acqua e della terra, la formazione delle nuvole,2 il modo in cui rimangono sospese nelle più alte regioni dell’atmosfera,3 le leggi dell’equilibrio dell’acqua e dell’aria, e dei fluidi in generale, la ricerca del centro di gravità della terra e dell’acqua, formano il soggetto del primo libro dell’Idraulica di Leonardo. Osservatore acutissimo del modo di operare delle diverse forze della natura, le separa e le classifica con una potenza d’analisi unica, e con rigore di deduzione pone i principî della filosofia naturale e li spinge alle ultime conseguenze.

Nel secondo libro riprende più generalmente la teoria e le esperienze proposte nell’ottavo, applicando al moto delle acque in un canale i principî che servivano alla soluzione dei problemi riguardanti la misura dell’acqua che esce da una data luce. Il variare della velocità dell’acqua nelle diverse sezioni di un canale, a diverse profondità dalla superficie, avuto riguardo alla natura ed alla obliquità del fondo,4 l’attrito sul fondo5 e sulle pareti del canale, le esperienze da istituirsi per riconoscere se

  1. «Si dà l’uscita all’acqua vicino alla sua superficie, e si dimanda qual parte di superficie d’acqua piglierà moto più veloce, o più tardo in porger acqua a tale uscita. E per far regola, metterai particole di cose che stiano a nuoto, che sieno uguali, come sono alcune minute semenze di erbe, e metterai in circolo equidistante dall’uscita. E nota la prima che capita alla bocca, ferma l’acqua, guarda il circolo, e così ne farai regola. Per vedere qual acqua del vaso è quella che si muove all’uscita del fondo di esso vaso, piglia due piastre di vetri quadri, di un quarto di braccio, e falle vicine l’una all’altra due coste di coltello con uniforme spazio, e salda li estremi dalli tre lati con la cera; poi per il quarto lato di sopra l’empi d’acqua chiara, nella quale sieno sparse piccole semenze, le quali sieno nuotanti per tutta l’altezza di tal acqua; dipoi farai un piccolo buco nel fondo, e da’ l’uscita a tal acqua, e tieni l’occhio fermo nella faccia del vaso. E così il moto della detta semenza ti darà notizia qual è quell’acqua, che con più velocità corre all’uscita». (Loc. cit., pagg. 413, 418).
  2. «Il caldo dell’elemento del fuoco sempre tira a sè gli umidi vapori, e folte nebbie, e spesse nuvole, i quali spicca dai mari ed altre paludi, e fiumi ed umide valli, e quelle tirando a poco a poco insino alla fredda regione, quella prima parte si ferma, perchè il caldo ed umido non si confonda con il freddo e secco; onde fermatavisi la prima parte, ivi si assettano le altre parti; e così aggiungendosi parte con parte si fanno spesse ed oscure nuvole, e spesse sono rimosse e portate da’ venti di una in un’altra regione, dove per la densità loro fanno sì spessa gravezza che cadono in ispessa pioggia. E se il caldo del sole s’accresce alla potenza dell’elemento, li nuvoli fieno tirati più alto e trovano più freddo, nel quale si diacciano, e causansi tempestose grandini». (Loc. cit., pag. 289).
  3. «Nell’elevazione dei granicoli dell’umido, quel che più s’inalza alla vicinità di tal regione di mezzo più ritarda, quello che lo seguita è più veloce di lui, onde lo raggiunge, e spesso accade che lo percuote di sotto, e si incorpora in lui, e li cresce quantità e peso, e per questo l’aria non potendo sostenerlo dà luogo al suo descenso, il quale percuote tutte le gocciole che gli impediscono il moto del descenso o anche ne incorpora in sè, ed acquistando gravezza acquista velocità di descenso; per la quale, poichè sia penetrato tutto il suo nuvolo, in ogni grado di descenso acquisterà grado di diminuzione, e molte fiano le volte che tali granicoli non si condurranno a terra.... L’acqua che cade dal nuvolo alcune volte si risolve in tanta levità per la confregazione che essa ha con l’aria, che essa non può dividere l’aria.... e spesso si converte in sì minute particole, che essa non può discendere, e così resta in fra l’aria». (Loc. cit., pag. 291).
  4. «Il fiume dritto con egual larghezza e profondità ed obliquità di fondo in ogni grado di moto acquista grado di velocità. Quel fiume è di più veloce corso che men percosso ha il fondo, essendo il fondo sodo e di larghezza uniforme, ed, e converso, quello più tardo che più percosso ha il fondo». (Loc. cit., pagine 301, 303).
  5. «La corrente è più veloce di sopra che di sotto. Questo accade perchè l’acqua di sopra confina con l’aria, che è di poca resistenza, per esser più lieve dell’acqua; e l’acqua di sotto confina con la terra che è di grande resistenza, per essere immobile e più grave