Pagina:Leonardo - Trattato della pittura, 1890.djvu/70

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xlviii prospetto cronologico

1492. Quadro con Nostra Donna, il Putto, san Giovanni e san Michele, che ammirasi in casa Sanvitale a Parma, dove è scritto: Lionardo Vinci fece. 1492.

1493. Attende al modello della statua equestre di Francesco I Sforza.1

1494. Immagina un’allegoria per il duca Lodovico.

1495. Fa i ritratti di Lodovico il Moro, della moglie e de’ figliuoli nel Calvario dipinto in fresco dal Montorfano nel refettorio del convento delle Grazie a Milano.

1496. Fa le figure, in numero di sessanta, nel trattato De divina proportione di Fra Luca Paciolo, che fu poi pubblicato nel 1509.

1496 (?). Tavola con la Natività di Nostra Donna, mandata dal duca di Milano in dono all’imperatore.

1496. Dipinge il Cenacolo nel refettorio delle Grazie a Milano.

1498. Era sempre nel numero degli uomini virtuosi che frequentavano la corte di Lodovico il Moro.2

1499. Riceve in dono dal duca Lodovico sedici pertiche d’una vigna, recentemente comperata dal monastero di San Vittore presso porta Vercellina.

1499-1500. Parte con Luca Paciolo alla volta di Firenze.

1500 (?). La forma della statua equestre di Francesco I Sforza, intorno alla quale Leonardo avea consumato sedici anni continui, è rovinata, fatta bersaglio a’ balestrieri guasconi, quando i Francesi entrarono in Milano.

1500. Va a Venezia.

1500 (?). Tornato a Firenze, fa i ritratti di madonna Lisa del Giocondo e di Amerigo Benci. Studia il modo di render navigabile l’Arno da Firenze a Pisa.

1501. Dipinge per il segretario Robertet una tavoletta con la Madonna.

1501, 29 luglio. Leonardo, con istrumento dove è detto pittore e scultore, fatto in Firenze, dichiara d’aver ricevuto da Pietro di messer Giovanni de Oreno, milanese, il canone di un anno del fitto d’un pezzo di terra posto presso porta Vercellina di Milano.

1502. Dal duca Valentino ha la patente di suo architetto e ingegnere generale in Romagna.

1502, 30 luglio. Era a Urbino, ove disegnò una colombaia, una scala a varie entrate e la fortezza. 1502, 1o agosto. È a Pesaro.

1502, 8 agosto. A Rimini.

1502, 11 agosto. A Cesena.

1502, 6 settembre. Al Cesenatico, e disegnane il porto. Dall’Emilia torna in patria; poi viaggia nella parte meridionale della Toscana.

1503, 25 gennaio. È tra gli artefici chiamati a dire il loro parere sul luogo più conveniente dove porre il David di Michelangelo.

1503, 23 luglio. Si trova nel campo sotto Pisa, per consultare sul disegno di un’opera da farsi per volgere il corso dell’Arno.

1503-1504. Si trova scritto a fog. 93 tergo del Libro Rosso de’ debitori e creditori della Compagnia de’ Pittori, sopra citato.

1503-1505. Cartone della battaglia d’Anghiari e cominciamento della pittura nella sala del Consiglio.


    con Nostra Donna e il Putto sedente in atto di benedire una rosa. Vi si leggeva il nome di Cecilia, in due versi riuniti, così:

    Per Cecilia qual te orna lauda e adora
    El tuo unico figliolo o beata Virgene et ora.

    Leonardo dopo ritrasse la Cecilia anche un’altra volta, ed era posseduta dai Pallavicini di San Calocero. (Amoretti, Memorie storiche di Leonardo da Vinci, ecc., pagine 38, 39, 80, 165).

  1. Il modello fu finito, ed esposto sotto un arco di trionfo nella piazza di Castello, nelle nozze di Bianca Maria Sforza (nipote di Lodovico il Moro) coll’imperatore Massimiliano. (Amoretti, Mem. storiche cit., pag. 49).
  2. Compiuta la pittura del Cenacolo, si dette a comporre l’opera del moto locale, delle percussioni e dei pesi, avendo già con tutta diligenza al degno libro della pittura e de’ movimenti umani posto fine. Così Luca Paciolo. (Ivi, pag. 84).