Pagina:Leonardo - Trattato della pittura, 1890.djvu/71

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della vita e delle opere di leonardo da vinci xlix

1504. 9 luglio. Muore ser Piero da Vinci, suo padre.

1505. È sempre in Firenze.

1506. In compagnia d’altri architetti dà il suo parere sopra la chiesa di San Salvadore, che minacciava rovina, e sopra il modo di rifare il campanile di San Miniato al Monte.

1506, 30 maggio. Leonardo, egregio pittore e cittadino fiorentino, promette da quel giorno a tre mesi prossimi futuri si sarebbe presentato personalmente in Firenze dinanzi de’ Magnifici Priori, alla pena, mancando, di 150 fiorini d’oro in oro.

1507. Muore Francesco suo zio. Torna a Firenze. Due quadri con Nostra Donna, cominciati a Firenze, e condotti ad assai buon punto.

1507, 27 aprile. Lo Chaumont ordina che sia restituita a Leonardo la vigna donatagli da Lodovico il Moro.

1507, 15 agosto. Lettera dello Chaumont alla Signoria di Firenze, in raccomandazione di Leonardo partito per Firenze, perchè voglia sollecitare la spedizione della sua causa contro i fratelli.

1507, 18 settembre. Leonardo scrive da Firenze al cardinale Ippolito d’Este per questa medesima cagione.

1507, ottobre. Era tornato a Milano. Suoi lavori idraulici.

1508. Scrive un capitolo intitolato: Del canale della Martesana.

1509. Compie lo scaricatoio del Naviglio di San Cristoforo di Milano.

1509. Ha in dono dal re di Francia dodici once d’acqua da estrarsi dal Naviglio grande in vicinanza di San Cristoforo.

1509. Probabilmente fa l’apparato per l’ingresso trionfale in Milano di Luigi XII. Forse in quest’anno stesso fa il ritratto di Giangiacomo Trivulzio, citato dal Lomazzo: Trattato della pittura, lib. VII, cap. xxv.

1510. 21 ottobre. Interviene con vari architetti ad un consiglio per esaminare i miglioramenti che si potessero fare nella fabbrica della cupola del duomo di Milano.

1511. È in Firenze a cagion della lite co’ suoi fratelli, per la eredità di Francesco suo zio.

1512. Torna a Milano.

1513. Nell’ottobre trovasi di nuovo in Firenze.

1514, 24 settembre. Parte da Milano per Roma con Giovanni (Beltraffio?), Francesco Melzi, Lorenzo (del Faina?) e il Fanfoia.

1514. Va a Roma con Giuliano de’ Medici ad assistere alla incoronazione di Leone X. Dipinge ivi due quadretti per Baldassarre Turini da Pescia, datario di Leone X. Uno di questi si dice nella galleria di Düsseldorf.

1514. È a Parma.

1514, di dicembre. Nuovamente è a Firenze.

1515. A quest’anno riferisce l’Amoretti la figura del leone fatto in Pavia da Leonardo, che camminò per la sala, fermossi dinanzi a Francesco I di Francia, e apertosi il petto lo mostrò tutto pieno di gigli.

1515 , di dicembre. Si trova a Bologna nell’occasione del concordato fatto in quella città tra Francesco I e Leone X.

1515. Ivi disegna il ritratto di Artus, maestro di camera del re.

1516, sul finire del gennaio. Va in Francia con Francesco I, in qualità di pittore del re, con lo stipendio di 700 scudi all’anno.

1518, 22 aprile. Fa testamento a Cloux presso Amboise.

1519, 2 maggio. Muore.

L. da VinciTrattato della pittura. g