Pagina:Leonardo da Vinci scienziato.djvu/2

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Se assistiamo al lavoro delle macchine che adopra l’industria moderna, nasce in noi, con la speranza in un crescente benessere sociale, un sentimento di gratitudine verso i cultori della Fisica, i quali, pur cercando sopratutto il vero, posero a disposizione degli uomini le naturali energie.

E se pel desiderio di conoscere il faticoso progredire di quella scienza, sia per i criteri che guidano il pensiero, sia per la importanza delle verita conquistate e delle utili applicazioni, domandiamo alla storia quale di quei cultori sovrasti agli altri per eccellenza d’ingegno e per opera feconda di maggior progresso, spontaneamente ci fermiamo, prima, sul nome di Leonardo da Vinci, poichè il sommo artista, che svolse nel cenacolo il dramma più grandioso della umanità, e rivelò nel ritratto della Gioconda l’anima di un’abile incantatrice, pareggia il sommo scienziato, che in un tempo di grande ignoranza, segnò la via che conduce a pensare ciò che è e significò il vero concetto della scienza.

Basti qui ricordare che di Leonardo scrisse testè un nostro erudito: «per la sua immensa figura rappresenta un’epoca nella storia» e che un illustre straniero ha di recente scritto: «la scienza moderna è nata in Italia per opera di quel grandissimo artista».

Che se l’opera scientifica di Leonardo rimase per qualche tempo nell’ombra, di ciò furon cagione le strane vicende subite dai numerosi manoscritti da esso lasciati, vicende, che