Pagina:Leonardo prosatore.djvu/235

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folgori celesti, e le piante piegate a terra co’ le aroversiate foglie sopra li declinanti rami, le quali pare voler fuggire dalli loro siti, come spaventate dalle percussioni delli orribili e spaventosi voli de’ venti, fra li quali s’infonde li revertiginosi corsi della turbulenta polvere e arena delli liti marini; l’oscuro del cielo si fa campo di fumolenti nuvoli, li quali percossi dalli solari razzi, penetrati per le opposite rotture de’ nuvoli, percotano la terra, quella alluminando sotto le loro percussioni; li venti, persecutori della polvere, quella con grupolenti globosità levano a balzo infra l’aria, con colore cineruleo, mista con li rosseggianti razzi solari di quella penetratori. Li animali, sanza guida, spaventati discorrano a rote per diversi siti. Li tuoni, creati nelle glubuolose nuvole, scacciano da sè le infuriate saette, la luce delle quali allumina l’ombrose campagne in diversi luochi.

II.

Se voi figurare bene una fortuna, considera e poni bene i sua effetti, quando il vento, soffiando sopra la superfizie del mare e della terra, rimove e porta con seco quelle cose che non sono ferme co’ la universal massa.

E per ben figurare questa fortuna, farai in prima li nuvoli spezzati e rotti dirizzarsi per lo corso del vento, accompagniati da l’arenosa polvere, levata da’ liti marini, e rami e foglie levati per la potenzia