Pagina:Leonardo prosatore.djvu/256

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A li fontanili si debbe segare spesse volte le sue erbe, acciò che l’acqua sia veduta chiara, colli lor fondi ghiarosi, e sol si lasci erbe atte al nutrimento de’ pesci, come crescioni e simili altre erbe.

Li pesci debbono essere di quelli che non intorbidino le acque, cioè non vi si metta anguille, nè tinche, nè ancora lucci, perchè distruggan li altri pesci.

Farassi, mediante il mulino, molti condotti d’acqua per casa, e fonti in diversi lochi, e alcuno transito, dove, chi vi passerà, per tutte le parti di sotto salterà l’acque allo insù, e così farà a posta1 di chi vorrà bagnare sotto alle femmine o altri, che di lì passerà.

Disopra fareno una sottilissima rete di rame, la qual coprirà il giardino, e rinchiuderà sotto a sè molte varie sorte d’uccelli, e così arete musiche continue, insieme con li odori de’ fiori di cedri e limoni.

Col mulino farò continui soni di vari strumenti, li quali tanto soneran, quanto durerà il moto di tal molino.

Fortezza2.

Facciasi un pozzo trivellato, col quale, essendo situato in mezzo alla rocca, si possa dare acqua a tutti i fossi, a requisizione del castellano.

  1. A richiesta.
  2. Questo progetto di fortezza — che ha il solito tono misterioso caro al Vinci — continua, anzi accresce le pro-