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Sforza e un’adulazione verso casa di Francia mi pare, poi, ancor meno credibile.

Ma la presenza del gelso e dell’aquila certo autorizza a ricercare un significato politico. E quella benedetta data 1516 che sconcerta tutto!

Vero, però, che per quanto io (e altri con me) abbia osservato con cura il globo, non son riuscita a vedervi cifra alcuna, nè arabica, nè romana, nè in parola... sarà una cecità mia o un abbaglio del Müntz? Anche il Seidlitz pare non ci abbia visto nulla1.

Se il disegno potesse, dunque, come credo, attribuirsi a un ventennio prima (circa il 1495) certo le cose camminerebbero meglio. Poichè allora, infatti, Ludovico — sconcertato e impaurito dai Francesi — si volgeva a casa d’Austria per scacciarli dalla penisola, Leonardo era ancora alla Corte di Milano e poteva benissimo glorificare — attraverso i marosi degli avvenimenti — la saldezza dello Stato sostenuto dalla prudenza e avvedutezza (gelso) del Moro.

E anche il lupo che siede al governo della bussola (uno degli emblemi notati da Leonardo con la spiegazione «per ben dirigere)»2, e guida la barca secondo la direzione della luce dell’Impero, potrebbe essere il Moro stesso. Infatti nel ms. H. si legge: «Correzione. Quando il lupo va assentito intorno a qualche stallo di bestiame, e che per caso esso ponga il piede in fallo in modo facci strepido, egli si morde il pie, per correggere tale errore»3.

Lodovico aveva invitato (se non si vuol proprio dire

  1. W. von Seidlitz, nel suo lavoro: I disegni di Leonardo da Vinci a Windsor (Estratto dall’«Arte», anno XIX, fasc. IV), Roma, 1911, catalogando il disegno al n. 94, annota: «Secondo il Berenson l’allegoria si riferisce all’Impero e alla Chiesa, secondo il Müntz sulla sfera si trova la data 1516». Dal che si capisce che lascia a tutte e due la responsabilità delle loro affermazioni.
  2. Manoscritto H., 98 r.
  3. Manoscritto H., 7 v.