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Pagina:Leonardo prosatore.djvu/37

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di forte agrume, anzi più: la feroce amarezza di chi si sente in alto, ma incompreso e solo, e sogghigna.

Vicino a passi di simile irruenza salvatica, voi troverete i tentativi di gravi paludati proemi per i numerosi trattati che ideò con grandioso disegno e non compì mai, troverete, che so? una cascata sonora di parole (intorno all’acqua per esempio), che l’artista si diverte a sprigionare, sicuro e baldo del suo materiale linguistico fresco e vigoroso, che l’uso fiorentino gli dà, e ch’Egli doma per primo a esattezza scientifica1; troverete le piane descrizioni anatomiche, colorite qua e là da qualche energica cruda pennellata: par che lo scrittore discorra semplice e quasi freddo, e, d’improvviso, da una similitudine, da un aggettivo solo, balza la cosa atroce.

Cercate la terribile descrizione delle alterazioni

  1. V’è una piccola letteratura intorno a Leonardo grammatico e vocabolarista del volgare. Contro il Solmi, il Morandi sostenne che Leonardo compilava il vocabolario latino-italiano in opposizione alla corrente umanistica che non voleva traduzioni dal latino in italiano. La grammatica italiana iniziata sul Codice Atlantico è secondo l’uso vivo, e nelle liste vinciane di vocaboli ve ne sono molti non registrati dopo secoli e secoli dalla Crusca. Vedi: L. Morandi, Lorenzo il Magnifico, Leonardo da Vinci e la prima grammatica italiana. — Leonardo e i primi vocabolari. Città di Castello, Lapi, 1908; E. Solmi, Le fonti dei mss. di Leonardo, in «Giorn. Stor. della Lett. It.», Suppl. 10-11: L. Morandi, Per Leonardo da Vinci e per la grammatica di Lorenzo il Magnifico in «Nuova Antologia», 1 ottobre 1909; E. Solmi, Nuovi contributi alle fonti dei mss. di Leonardo in «Giorn. Stor. della Lett. It.», vol. 58, p. 297 sgg.