Pagina:Leopardi, Giacomo – Operette morali, 1928 – BEIC 1857808.djvu/101

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il parini 95


capitolo quinto.

— Ma ciò sia detto come per incidenza. Ora tornando in via, dico che gli scritti piú vicini alla perfezione, hanno questa proprietá, che ordinariamente alla seconda lettura piacciono piú che alla prima. Il contrario avviene in molti libri composti con arte e diligenza non piú che mediocre, ma non privi però di un qual si sia pregio estrinseco ed apparente; i quali, riletti che sieno, cadono dall’opinione che l’uomo ne avea conceputo alla prima lettura. Ma letti gli uni e gli altri una volta sola, ingannano talora in modo anche i dotti ed esperti, che gli ottimi sono posposti ai mediocri. Ora hai a considerare che oggi, eziandio le persone dedite agli studi per instituto di vita, con molta difficoltá s’inducono a rileggere libri recenti, massime il cui genere abbia per suo proprio fine il diletto. La qual cosa non avveniva agli antichi; atteso la minor copia dei libri. Ma in questo tempo ricco delle scritture lasciateci di mano in mano da tanti secoli, in questo presente numero di nazioni letterate, in questa eccessiva copia di libri prodotti giornalmente da ciascheduna di esse, in tanto scambievole commercio fra tutte loro; oltre a ciò, in tanta moltitudine e varietá delle lingue scritte, antiche e moderne, in tanto numero ed ampiezza di scienze e dottrine di ogni maniera, e queste cosí strettamente connesse e collegate insieme, che lo studioso è necessitato a sforzarsi di abbracciarle tutte, secondo la sua possibilitá; ben vedi che manca il tempo alle prime non che alle seconde letture. Però qualunque giudizio vien fatto dei libri nuovi una volta, difficilmente si muta. Aggiungi che per le stesse cause, anche nel primo leggere i detti libri, massime di genere ameno, pochissimi, e rarissime volte, pongono tanta attenzione e tanto studio, quanto è di bisogno a scoprire la faticosa perfezione, l’arte intima e le virtú modeste e recondite degli scritti. Di modo che in somma oggidí viene a essere peggiore la condizione dei libri perfetti che dei mediocri; le bellezze o doti di una gran parte dei quali, vere o false, sono